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Con la pandemia giù l'export del Trentino


I dati ISTAT 2020 elaborati dall'ufficio studi e ricerche della Camera di Commercio di Trento evidenziano un calo delle esportazioni trentine del 13,7% nell'anno della pandemia.

Nell’anno della pandemia le esportazioni trentine, che ammontano a un valore pari a 3,45 miliardi di euro, registrano un calo del 13,7%, interrompendo così il percorso di crescita dell’export locale iniziato nel 2010. Nello stesso periodo il valore delle importazioni di merci ha raggiunto i 2,17 miliardi di euro con una diminuzione del 15,0% rispetto all’anno precedente. Per il 2020 il saldo della bilancia commerciale si è assestato così sul valore di +1,28 miliardi di euro, in calo rispetto ai +1,44 miliardi di euro del 2019. La dinamica mostrata nel 2020 dalle esportazioni trentine appare peggiore rispetto a quella rilevata a livello complessivo nazionale, che ha registrato una flessione pari al 9,7%, e a quella dell’area del Nord Est, dove il calo è stato dell’8,2%. I dati diffusi dall’Istat fotografano un generalizzato rallentamento dell’export che, per la provincia di Trento, risulta dovuto alla significativa diminuzione delle vendite all’estero di mezzi di trasporto (-174 milioni di euro di prodotti esportati) e di macchinari (-152 milioni). Le esportazioni sono costituite principalmente da prodotti dell’attività manifatturiera (94% del valore complessivo). La quota maggiore è da attribuire ai “prodotti alimentari, bevande e tabacco” (19,2%), seguono i “macchinari ed apparecchi” (19,0%), i “mezzi di trasporto” (12,1%), le “sostanze e i prodotti chimici” (8,7%) e il “legno, prodotti in legno, carta e stampa” (7,2%). Complessivamente questi cinque settori rappresentano i due terzi delle esportazioni provinciali. Per quanto riguarda l’import, al primo posto si collocano i “mezzi di trasporto” con il 16,6%, seguiti da “legno, prodotti in legno, carta e stampa” con il 13,3%, i “prodotti alimentari e bevande” con il 12,1% e le “sostanze e prodotti chimici” con il 10,7%.

Per quanto riguarda le aree di interscambio, nel 2020 l’Unione europea (27 Paesi) ha assorbito il 57% delle esportazioni; dalla medesima zona è derivato il 78,3% delle importazioni. L’Unione europea rappresenta quindi la principale direttrice per l’interscambio di merci con l’estero. Si registra però una diminuzione rispetto al 2019 sia nelle esportazioni (-336 milioni) sia nelle importazioni (-282 milioni). Al primo posto della graduatoria dei principali Paesi per valore di export rimane sempre la Germania che rappresenta per il territorio provinciale il mercato verso cui si sono dirette merci per un valore che raggiunge i 593 milioni di euro, pari al 17,2% delle vendite effettuate sui mercati internazionali. A distanza seguono gli Stati Uniti con circa 409 milioni di euro (pari all’11,9% delle esportazioni complessive), la Francia con 321 milioni di euro (pari al 9,3%) e il Regno Unito con 273 milioni di euro (pari al 7,9%). «Come era prevedibile – sottolinea Giovanni Bort, Presidente della Camera di Commercio di Trento – neanche l’export viene risparmiato dal calo della domanda a livello globale e dalle restrizioni alla libera circolazione di merci e persone. L’auspicio è che con l’avanzamento della campagna vaccinale si possa tornare a una situazione di sicurezza che consenta alle nostre imprese di riprendere al più presto la loro attività in modo efficace e di tornare competitive sul mercato nazionale e internazionale»

«Che le misure anti-Covid abbiano generato una dinamica regressiva anche sull’export nel 2020 – scrive in una nota Confindustria Trentoè cosa oramai più che nota, ma la sostanza inequivocabile dei dati numerici non smette di impressionare. I settori che tradizionalmente trainavano le esportazioni trentine perdono in un anno dai 20 ai 30 punti percentuali: ci riferiamo a legno e carta, mezzi di trasporto, macchinari. L’export resta il principale volano per la ripresa: è importante che le imprese siano messe quanto prima nelle condizioni di riprendere gli scambi con l’estero. Ribadiamo per questo l’opportunità di considerare urgente, compatibilmente con le priorità già identificate dai piani, la vaccinazione dei lavoratori delle aziende associate impiegati nelle relazioni internazionali, come trasfertisti ed export manager




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