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Cinque valsuganotti in Campania, in compagnia




di LINO BEBER


Un gruppo di venti Trentini, fra cui cinque Valsuganotti, capeggiati dall'accompagnatrice Laura Tasin, ha partecipato a un viaggio in Campania. Ecco la loro esperienza...


IL PRIMO GIORNO abbiamo raggiunto Sorrento, da dove nei successivi giorni siamo partiti per varie escursioni. La prima serata, dopo cena, una capatina nel centro di Sorrento, che ha dato i natali a Torquato Tasso, autore della Gerusalemme liberata, ricordato nella piazza centrale con un monumento.

Nelle stradine le botteghe con degustazione del famoso limoncino e dei dolci sorrentini.

Sorrento si trova in una bellissima baia con vista sul Vesuvio, sulle isole di Ischia e Procida nonché sulla città di Napoli.

La canzone Torna a Surriento fu composta nel 1894 da Ernesto De Curtis su parole del fratello Giambattista.

IL SECONDO GIORNO dal porto di Sorrento abbiamo navigato lungo la costiera amalfitana con i retrostanti monti Lattari con sosta a Positano, abbarbicata come un presepe sulle pendici della montagna. Abbiamo visitato la chiesa di S. Maria Assunta e camminato nelle vie tappezzate di botteghe di ceramiche con incantevole panorama sul mare. Ripresa la navigazione, siamo passati vicino a Conca dei Marini con la grotta di Smeraldo e approdati alla splendida Amalfi per una visita al Duomo di S. Andrea con il chiostro e la cripta dove sono conservate le reliquie dell’apostolo Andrea. Amalfi è stata la più antica tra le repubbliche marinare e centro di rotte commerciali nel Mediterraneo.


IL TERZO GIORNO è stato dedicato all’isola di Capri, che nei tempi antichissimi era un prolungamento della penisola sorrentina e, a differenza delle vicine Ischia e Procida che sono vulcaniche, è calcarea. Raggiunto il porto di Capri, con un pulmino siamo arrivati alla piazza del centro con la chiesa, la via con le botteghe delle più prestigiose firme e i Giardini di Augusto con vista sui faraglioni e su un mare dai colori caraibici.

Abbiamo poi raggiunto Anacapri, per una visita aVilla San Michele che il medico e scrittore svedese Axel Munthe (1857-1949), amico della regina Vittoria di Svezia che spesso era sua ospite, ha trasformato in museo archeologico con parco e vista spettacolare sul mare. La sua opera letteraria più famosa è il romanzo La storia di San Michele del 1929.

IL QUARTO GIORNO siamo saliti dopo una breve camminata al Vesuvio a 1200 metri fino al cratere che abbiamo costeggiato per un bel tratto. Il punto più elevato del vulcano è il monte Somma (1281 m). Fino al 1944 c’era una funicolare a cremagliera ricordata nella canzone napoletana Funiculì Funicolà scritta da Luigi Denza e Giuseppe Turco nel 1880 e interpretata da numerosi cantanti famosi.

Dopo un ottimo pranzo abbiamo visitato a Torre del Greco un laboratorio della lavorazione di coralli e cammei, seguito dalla visita dei resti della città di Ercolano che nel 79 d.C. fu completamente sepolta sotto una coltre di fango e materiali piroclastici alta dai 10 ai 25 metri; tale strato, col passare degli anni, si solidificò, formando un piano di roccia chiamato pappamonte, simile al tufo ma più tenero, che protesse i resti della città. Ben conservate alcune ville riccamente decorate, alcune fontane, le botteghe, le terme, le strade lastricate.

IL QUINTO GIORNO siamo arrivati nel Cilento per la visita di Paestum, antica città della Magna Grecia creata nel 560 a.C. da coloni di Sibari alla quale diedero il nome di Poseidonia e, a distanza di 50 anni l’uno dall’altro, eressero la Basilica o tempio di Era I (560 a.C.), il tempio di Cerere o di Atena (510 a.C.) e il tempio di Nettuno o tempio di Era II (460 a.C.). Tra il 420 e 410 a.C. i Lucani presero il sopravvento mutandone il nome in Paistom, che nel 273 a.C. con la dominazione romana diventò Paestum. La città fu abbandonata nell’VIII e IX secolo e nel XI secolo Ruggero il Normanno avviò la spoliazione dei materiali dei templi e Roberto il Guiscardo depredò gli edifici abbandonati per ricavarne marmi e sculture per la costruzione del Duomo di Salerno.

All’inizio del 1900 iniziarono i primi scavi nell’area della Basilica e tra la fine del 1960-70 furono scavate sistematicamente numerose e ricchissime necropoli, permettendo il recupero non solo di opere straordinarie e pressoché uniche, come la Tomba del Tuffatore, ma anche ricchi corredi funerari con splendide ceramiche di produzione locale, esposti nel ricco museo recentemente ingrandito.

Paestum è circondata da una cinta muraria quasi totalmente conservata, con un perimetro poligonale che si sviluppa per 4,75 km, intervallata da 28 torri a pianta quadrata e circolare, quasi tutte ridotte a ruderi. In corrispondenza dei punti cardinali si aprono le quattro porte principali d'accesso: Porta Sirena a est, Porta Giustizia a sud, Porta Marina a ovest e a nord sorgeva Porta Aurea, demolita per il passaggio della S.S.18.

Nel 1907 fu riportata alla luce la Via Sacra lastricata da grossi blocchi di calcare, alcuni dei quali recano il solco lasciato dal passaggio delle ruote dei carri.

Alla visita di Paestum è seguito un ottimo pranzo presso l’azienda agricola Bellelli dove abbiamo potuto visitare un allevamento di bufale. Abbiamo poi raggiunto il borgo arroccato di Castellabate, reso famoso dal film Benvenuti al Sud con Claudio Bisio, con panorama sulla costa del Cilento. A conclusione della giornata, prima del ritorno a Sorrento, una breve passeggiata sul lungomare di Agropoli.

Il sesto e ultimo giorno siamo tornati nel nostro bel Trentino.






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