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Castelnuovo: riaperta "La Bottega di Geppetto" per la gioia dei bambini e dei genitori


Un momento della riapertura alla presenza del Presidente del Consiglio regionale, Roberto Paccher

CASTELNUOVO - Dopo i lunghi mesi del lockdown, ha finalmente riaperto le proprie porte anche il primo asilo nido privato della Valsugana, "La Bottega di Geppetto" a Castelnuovo, per la grande gioia dei bambini, ma anche dei genitori che ora potranno tornare al lavoro in tutta tranquillità...


Dopo tre mesi di chiusura forzata, sono tornati a scuola i bambini di Castelnuovo: “La Bottega di Geppetto” ha infatti ripreso la propria attività, nel rispetto delle normative previste, per dare un servizio alle famiglie che si appoggiano a queste strutture per poter riprendere la normale attività lavorativa.  Arianna Cenci, Lilla Pianese e Cristina Cenci hanno potuto dunque rimettere in modo la struttura che gestiscono dal 2002, garantendo la sicurezza e quella flessibilità di orario che permette ai genitori di poterne usufruire nell’arco dell’intera giornata.


Un altro servizio che ci riavvicina alla normalità - ha detto il Presidente del Consiglio regionale, Roberto Paccher, che ha voluto essere presente per dare un segnale alle educatrici e alle famiglie – “E’ un servizio davvero importante e le stesse educatrici sono felici di avere riaperto. Chiedevano con forza di poter tornare a lavorare e la partecipazione dimostra che è stata la scelta giusta”.


Per noi riaprire oggi è una grande soddisfazione. E’ stato bello ripoter vedere  i nostri bambini e anche loro sono felici – spiega Lilla Pianese, che gestisce da diciotto anni insieme a Arianna Cenci la struttura -  Riaprire non è stato facile per tutte le procedure burocratiche, ma siamo riuscite ad adeguare la struttura alle normative e a creare spazi nuovi. I genitori sono felicissimi e non vedevano l’ora di rivederci e ora possiamo tornare a lavorare”.

La struttura, immersa in una azienda agricola, offre ai bambini la possibilità di essere ogni giorno a stretto contatto con la natura e di vivere esperienze particolari, come vedere la schiusa delle uova o partecipare giocando ad attività come la raccolta dell’uva. Sono una ventina i bambini che lo frequentano e che ora, seppur in numero limitato dalle normative, potranno tornare a ritrovarsi.





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