Castello Tesino. Agnese Menguzzato: la musica come radice e orizzonte
- il Cinque

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di Terry Biasion
Compositrice e musicista con origini Tesine, oggi a Berlino, Agnese Menguzzato unisce strumenti antichi ed elettronica contemporanea in una ricerca sonora che intreccia tecnica, memoria ed emozione.
C’è un filo sottile che lega le montagne del Trentino ai suoni contemporanei di Berlino, e si chiama Agnese Menguzzato. Giovane compositrice e musicista, Agnese sta conquistando spazi importanti nel panorama internazionale della musica sperimentale, portando con sé sempre un pezzo del mondo da cui tutto è cominciato: Castello Tesino, paese d’origine di suo padre e luogo che rimane, nelle sue parole, “la mia prima orchestra di silenzi”.
Le origini e il richiamo della montagna
«Mio papà mi ha insegnato a guardare le montagne come si guarda una partitura: ogni cima ha un ritmo, ogni valle un suono. Castello Tesino è per me una radice silenziosa ma presente, come il respiro sotto la musica» afferma Agnese. Oggi vive a Berlino, dove lavora come compositrice e sound artist. La sua ricerca fonde il liuto rinascimentale e l’elettronica, in un dialogo continuo tra passato e futuro. La critica l’ha definita “una voce poetica della contemporaneità”.
Il successo alla Biennale Musica di Venezia
Nel 2025, Agnese ha presentato alla Biennale Musica di Venezia l’opera Undici, per chitarra elettrica a otto corde ed elettronica. Un debutto di grande rilievo, salutato come una delle performance più originali della rassegna. «In Undici ho voluto unire la tradizione del liuto, che rappresenta le mie radici, con la potenza dell’elettronica, che è la mia libertà. È un lavoro che parla di eredità e metamorfosi di come la storia non sia una gabbia, ma una sorgente.» Nel corso degli ultimi anni, Agnese ha centrato una serie di traguardi significativi che ne hanno consolidato la posizione nel panorama della musica contemporanea. Ha pubblicato il suo EP di debutto, intitolato Scusa, tramite l’etichetta berlinese Verlag. Il progetto è stato accolto dagli esperti come “un’ode alla gentilezza”. La sua musica, fondata su un equilibrio tra strumenti antichi e tecnologie contemporanee, ha iniziato a guadagnare visibilità nei circuiti europei: ha suonato in teatri e festival come il Volksbühne am Rosa‑Luxemburg Platz a Berlino, il Norberg Festival in Svezia e il Palazzo Trevisan degli Ulivi a Venezia. È fondatrice dell’ensemble Spydergum, attraverso cui promuove un linguaggio musicale che abbatte le barriere tra “storico” e “moderno”, e collabora con artiste come Sara Persico, Soho Rezanejad e Paula Ďurinová. I suoi lavori sono stati invitati e programmati in contesti sperimentali e d’avanguardia: ad esempio si è esibita al Silent green Kulturquartier di Berlino e presso il Cripta747 di Torino, segno della crescente attenzione nei suoi confronti da parte della scena europea.
La storia di Agnese Menguzzato è quella di una giovane artista che ha saputo trasformare le sue radici in linguaggio universale. E mentre la sua musica continua a risuonare tra le sale di Berlino e i palchi internazionali, a Castello Tesino resta l’eco più dolce: quella dell’orgoglio di una comunità che la sente, profondamente, ancora sua.














