Chi ha detto che la storia stia scritta solo nei testi di scuola e che parli unicamente di re, condottieri ed eroi? Le ragazze e i ragazzi delle classi IV e V della scuola primaria di Albiano ormai sanno che non è così: la storia è dappertutto, bisogna solo saper cercare e riflettere...
Uno spunto per fare questo è giunto dal Progetto “Custodire la Memoria”, al quale i ragazzi hanno partecipato con entusiasmo. Il progetto consisteva nel cercare sul territorio dell’Ecomuseo dell’Argentario lapidi e cippi che nascondono storie davvero interessanti. L’attività ha permesso agli alunni di ricordare e rivivere la storia del recente passato dei nostri paesi. L’indagine è iniziata verso la metà di febbraio e si è conclusa a fine aprile. La ricerca si è svolta nei paesi di Albiano, Lases e Meano. Il lavoro è partito dall'osservazione di alcune foto che Michele Caldonazzi, esperto che collabora con l’Ecomuseo dell’Argentario, ha gentilmente fornito. Molto spesso però le scritte incise sulla pietra erano poco chiare quindi i ragazzi sono dovuti andare ad esaminarle di persona, ma talvolta erano davvero troppo rovinate.
"Siamo riusciti a trovare molte informazioni - spiegano i ragazzi - sulle lapidi grazie all’aiuto dei nostri genitori e di tante altre persone. In particolar modo sono state essenziali le testimonianze degli anziani del paese, dei nostri nonni e bisnonni.
Non si deve pensare che la ricerca sia stata semplice. Abbiamo incontrato anche delle difficoltà. Abbiamo dovuto camminare molto per trovare materialmente le lapidi che in inverno erano quasi completamente ricoperte di neve. Durante le interviste si doveva prendere appunti in modo veloce e spesse volte tradurre le parole dal dialetto all'italiano. È stato importante aderire a questo progetto perché ci ha permesso di ricostruire parte della storia locale, fatta di lavoro e fatica e di ricordare i nostri concittadini deceduti in maniera tragica. Gli aspetti che ci hanno entusiasmato e".ed incuriosito di più sono stati quelli della ricerca storica e geografica. La condivisione del compito con delle persone “speciali” come i nostri genitori e i nonni ci ha dato molte soddisfazioni. È stato molto bello vedere il lavoro completo e poterlo esporre in classe".
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