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A Castel Pergine si sta allestendo la grande mostra "Torri" dell'artista Pietro Weber


Al Castello di Pergine è iniziato l’allestimento della 28a mostra annuale di scultura: “Torri”, ceramiche e terrecotte di Pietro Weber.


I bronzi della mostra “Viandanti” di Lois Anvidalfarei hanno lasciato il Castello di Pergine e come ogni anno la sensazione è che se ne siano andati degli amici, che per lunghi mesi sono rimasti in grande sintonia con le architetture gotiche e in dialogo con la storia e l’ambiente naturale. I tantissimi visitatori hanno dimostrato di apprezzare le potenti ed espressive sculture, così capaci di parlare di umanità e interpretare i tempi. È iniziato l’allestimento della 28a mostra annuale di scultura: “Torri”, ceramiche e terrecotte di Pietro Weber. Simmetrie di forme, evocazioni, contrasti tra le antiche pietre e le terrecotte colorate, mitologiche e cariche di simboli, silenziose e leggere, che accompagneranno i visitatori a scoprire nei parchi e nel Palazzo Baronale.

Ma scopriamo qualche anticipazione sulla nuova mostra.

La Fondazione CastelPergine Onlus dedica alla ceramica e all’artista trentino Pietro Weber la sua ventottesima (la terza a propria ideazione) grande mostra annuale di scultura monumentale nelle aree all’aperto del Castello e nel Palazzo Baronale, al secondo piano del quale l’esposizione si conclude con un omaggio grafico-pittorico a Kafka. Saranno opere site specific, disseminate nei parchi, sulle torri, le mura, nel prato della Rocca e nella Sala delle Armi: una serie di torri-sculture realizzate in terracotta e alte circa tre metri, che si rapporteranno con le forme architettoniche del Castello e con la sua storia. Inusuali nelle dimensioni anche per l'artista e il suo percorso creativo, queste opere in dialogo col Castello saranno collocate in un allestimento fisico e simbolico che detterà temi per approfondimenti e manifestazioni collaterali. Arcaiche nel loro aspetto, raccontano architetture antiche, associabili talvolta a civiltà geograficamente e culturalmente molto lontane tra loro. Torri, come sentinelle, che animano pensieri e storie antiche, dialogando tra loro, con i luoghi del Castello e creando suggestioni e seduzioni. Altre opere di minor misura, sempre studiate in rapporto ai luoghi significativi del complesso e posizionate sulle mura, negli anfratti, nel Palazzo Baronale, popoleranno ancora una volta il castello di figure fortemente evocative. Una torre-tempio collocata vicino alla Torre Quadrata, la più antica, la “torre del sogno” per i teosofi che vi soggiornarono negli anni '30 del Novecento – a marcare proprio la geografia “sacra” del luogo, diventerà il “ponte” per l'esposizione al secondo piano del Palazzo Baronale, nella Sala della Dama bianca, delle opere grafiche su Kafka realizzate da Pietro Weber: il punto di arrivo fisico e spirituale del labirintico percorso espositivo.

Le mostre saranno visitabili fino al 30 novembre 2021. Il parco tra le mura, oltre la Torre d'entrata, rimarrà aperto per tutta la stagione.

Sarà redatto – nella collana dei cataloghi del Castello – un volume-catalogo in italiano e tedesco.

La vernice avrà luogo appena sarà consentito e nella Sala delle Armi sarà offerto al pubblico il concerto “La musica della terra”, curato dall’Associazione musicale “La follia nuova”: ad esibirsi 6 musicisti (i due pianisti Marco Rinaudo e Stefano Visintainer e il Quartetto di Sassofoni “Dolomiti Sax Quartet”).

Attorno al tema della mostra grafico-pittorica "K" e alle suggestioni della grande mostra, si svilupperanno varie iniziative di spettacolo, accompagnamento del pubblico e approfondimento.

Un accenno al programma culturale 2021, i cui tempi esecutivi sono subordinati ovviamente alle decisioni sulle aperture da parte delle autorità. Ricco e articolato, proporrà incontri di conoscenza sulla ceramica, esplorazioni nella storia e nella letteratura, spettacoli musicali, teatrali, arti performative. Verranno replicate le apprezzate visite teatralizzate “Castello di carte” a luglio e agosto, precedute a fine maggio-inizio giugno da un nuovo percorso di storia e letteratura, accompagnato da un’attrice e un attore.

Al Prà de la Panizza prosegue l’opera di tutela e ripristino che abbellirà il Colle del Castello di un vasto parco, con prato e area boscata di specie autoctone. Anche il bosco delle pendici del colle viene ripulito in questo periodo dagli schianti da neve. Nel parco interno sono all’opera i volontari che dallo scorso anno si prendono cura dei giardini, con piantumazioni di rose antiche e piante ornamentali.

La Fondazione CastelPergine, appena ci sarà la possibilità, prevede di incontrare le numerose persone che hanno raccolto l’invito a far parte del gruppo di volontariato.

Il Castello di Pergine, con le sue riscoperte imponenti cinte murarie, ha grandi aree verdi e giardini: la natura è ora più che mai fonte di benessere. Si spera di poter presto aprire anche il portone della Torre di guardia. C’è tanto da fare per la conservazione del maniero e la Fondazione è grata per i numerosi apprezzamenti per la cura che la stessa dedica a questo meraviglioso bene storico.


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