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Valle del Vanoi: la suggestione della resilienza per un turismo sostenibile


Il coronavirus ha messo in crisi la nostra società, ha messo in discussione un modello di sviluppo, un'organizzazione, una gestione delle relazioni sociali.

Ha messo in crisi non solo le organizzazioni: politiche, economiche, scientifiche, ecc. ma in primis le persone.

Il post pandemia che cominciamo ad intravedere esige subito un impegno comune, organizzativo, creativo, di senso e sinergico per lanciare un nuovo modello di sviluppo della montagna e delle comunità che vi abitano.

Uno sforzo indirizzato a rilanciare il bello che ci appartiene nel rispetto del patrimonio naturale e storico, che è memoria esperienziale delle nostre genti.

Uno sforzo supportato da una visone che metta al centro delle priorità che sono diventate forti in questi ultimi tempi e sono elemento distintivo di un valore diverso che vogliamo dare a quello che ci circonda e che rappresenta la nostra risorsa.

In una lettera al Presidente della Repubblica e a quello del Consiglio, alcuni scienziati hanno provato a evidenziare 10 priorità per cambiare strategie di sviluppo.

Strategie che sono condivisibili da chi come noi vive in un contesto storico e paesaggistico unico e importante per il suo sviluppo economico.

Eccoli: agrifood e prodotti bio, città verdi, energie rinnovabili, cambiamenti climatici, turismo sostenibile, lotta all’inquinamento e prevenzione dei rischi per la salute, biodiversità e restauro ambientale, risorse blu, ricerca e formazione, innovazione green per la sostenibilità e il benessere.


Non possiamo affrontare nel dettaglio tutti i singoli punti, ma evidenziamo che rappresentano sfide di buon senso e che si sposano con la possibilità della singola persona di farsi elemento attivo del cambiamento.

Noi che ci siamo preoccupati di scoprire il Vanoi attraverso il silenzio e il colore con il foliage, anche in questa situazione ci domandiamo quali possano essere dei percorsi virtuosi che permettano alle nostre comunità di sostenersi economicamente, vivere e stare bene in relazione con le risorse esistenti.

Un'economia basata su nuovi modi di vivere, di alimentarsi, attenta a cosa può offrire il territorio, una serie di azioni che partono dal cuore e diventano cultura.


La rinascita, un termine che abbiamo già usato con Vaia ma che torna attuale con le limitazioni imposte dal COVID-19, ma dove passa la rinascita?

Rinascita passa attraverso un rapporto corretto con il territorio, le risorse e le persone e proprio dalle persone bisogna ripartire recuperando una parola abusata, ma sempre molto importante: Solidarietà.

Perché l'esperienza della quarantena è stata di tutti, perché il futuro è di tutti, perché è possibile un nuovo modo di stare in relazione.

Perché la centralità è delle persone nella ricerca di percorsi virtuosi, attente al territorio, al modo di produrre, al rispetto dei ritmi e del lavoro degli individui, persone, attente alle trasformazioni, capaci di dare senso e divenire percorsi esperienziali di crescita.

Perché è ineluttabile fare i conti con i luoghi e le persone, ridare identità al territorio e ai produttori locali, recuperare il rapporto di buon vicinato e di senso delle relazioni.

Solidarietà è sostegno reciproco, coesione, sperimentazione di percorsi di rispetto con tutto il vivente: persone, ambiente, assistenza e ricerca di prassi diversi di mutuo, auto aiuto.

Non fa differenza che tu viva in città o campagna, la solidarietà come stile di risposta alle emergenze, è una buona pratica e, proprio perché attenta alle fragilità delle persone è capace di incidere e dare risposte reali dove si manifestano i problemi.


E' quello che ci piacerebbe nelle nostre valli: una società resiliente, che fa della capacità di adattamento il suo elemento distintivo, una società capace di mutua assistenza, una società dove il senso di fraternità assume il valore più alto con la consapevolezza che siamo tutti parte di UNO.


Marco Felici, Presidente Consorzio Turistico Valle del Vanoi, Bottecchia Vincenzo curatore di Cicona Fumetto




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