TRENTO – Mercoledì 25 novembre l’Università di Trento propone una giornata di studio e confronto online per ripercorrere secoli di storia e di tecnologia e per esplorare nuovi modelli di economia e di sviluppo come l’attività estrattiva anche dagli asteroidi. L’iniziativa è organizzata in modo congiunto da tre dipartimenti dell’Ateneo (Economia e Management; Ingegneria industriale; Lettere e Filosofia) e in collaborazione con Hub Innovazione Trentino.
Dal rame al coltan. Le materie prime segnano da sempre, in modo profondo, la storia umana. Perché possono portare ricchezza e sviluppo, come sfruttamento e distruzione. Conseguenze ambientali e sociali, aspetti economici e industriali, implicazioni etiche saranno al centro della giornata dal titolo “Le materie prime: la lettura del passato, per comprendere il presente e gestire il futuro”, che mercoledì 25 novembre 2020 sarà proposta online dall’Università di Trento alla comunità scientifica e a tutte le persone interessate.
L’iniziativa esplorerà diverse declinazioni del tema “materie prime” attraverso continenti, secoli di storia e tecnologia per poi ragionare insieme sul futuro e approfondire temi quali: economia circolare, innovazione e sviluppo di business come l’attività estrattiva anche dagli asteroidi.
L’appuntamento si inserisce nell’ambito di un progetto di ricerca internazionale dell’Università di Trento, che ha ottenuto un finanziamento dell’Istituto europeo di innovazione e tecnologia (European Institute of Innovation & Technology – EIT) su un bando dedicato alle materie prime (EIT- Raw Materials).
La giornata è organizzata congiuntamente dal Dipartimento di Ingegneria industriale, dal Centro di Alti Studi Umanistici (CeASUM) del Dipartimento di Lettere e Filosofia e dal Dipartimento di Economia e Management dell'Università di Trento, in collaborazione con HIT - Hub Innovazione Trentino e il contributo del progetto Apollo di UniTrento, gruppo di lavoro per la comunicazione della scienza.
Stefano Gialanella, professore di Scienza e tecnologia dei materiali al Dipartimento di Ingegneria industriale dell’Ateneo di Trento, spiega la genesi della giornata: «Avevamo partecipato al bando di EIT con un progetto incentrato prevalentemente sull’impatto delle materie prime sulla produzione industriale e rivolto a Master e Phd student dei Dipartimenti di collina. L’orizzonte poliedrico dell’argomento ci ha convinti poi a coinvolgere colleghi e colleghe che, qui e in altre università, lavorano anche in aree disciplinari umanistiche, economiche e sociali».
Si spazierà, ad esempio, dalla produzione del rame nelle Alpi, sin da epoche preistoriche, al commercio della seta e ci si soffermerà sull’attività estrattiva, tra sfruttamento e recupero a fini turistici.
«Quello delle miniere dismesse è un grande tema aperto» osserva Gialanella. «C’è una forte richiesta di metalli, soprattutto quelli delle cosiddette “terre rare”. Un altro esempio è il “coltan”, minerale particolarmente presente in Congo e altri Paesi dell’Africa, dal quale si estrae il tantalio, fondamentale per la componentistica microelettronica, che ha impiego d’elezione nella produzione degli smartphone di tutto il mondo. Per quanto riguarda altri metalli strategici, varie multinazionali hanno acquistato vecchi siti minerari, anche in Europa, e intendono riaprirli. Ci si chiede a quali condizioni ciò possa avvenire senza avere un eccessivo carico sulla salute e sull’ambiente. Sono temi dibattuti, che hanno implicazioni etiche».
Racconta come il Dipartimento di Ingegneria industriale, grazie a un progetto di ricerca finanziato da EIT, sia impegnato nello sviluppo di strumentazione per l’esplorazione geo-mineralogica: «Un’attività riguarda uno strumento maneggevole e a elevata sensibilità analitica, che possa essere utilizzato in situ per rilevare la presenza anche di minime quantità di metalli “preziosi” in materiale sterile, nelle scorie e nelle vene minerali ritenute non più produttive. Un altro progetto, appena partito, svilupperà ulteriormente questi mezzi di indagine, per poter rendere sempre più efficiente la nuova esplorazione mineraria».
Se la giornata vuole ripercorrere secoli di storia e di tecnologia, intende però anche discutere di industria del futuro con l’attività estrattiva che si progetta nello spazio: «Nell’ambito dell’esplorazione interplanetaria, c’è l’esigenza di trovare le materie prime necessarie sul posto senza doverle trasportare dalla Terra. Per questo ora si guarda all’estrazione mineraria extraterrestre, anche da asteroidi, per recuperare le materie prime che poi serviranno per la produzione, la costruzione di strutture, sfruttando ad esempio tecniche di stampa 3D».
E a chi obietta che estrarre metallo da asteroidi sia un’idea visionaria, Gialanella replica: «La parola “siderurgia” ci ricorda che il primo ferro impiegato dall’uomo era meteoritico. All’inizio della civiltà, infatti, veniva ricavato dalle stelle (sidera, in latino), ovvero dai meteoriti caduti sulla Terra. Perché in prospettiva non possiamo immaginare di estrarlo dagli asteroidi?».
La giornata: come si partecipa
La giornata “Le materie prime: la lettura del passato, per comprendere il presente e gestire il futuro” (Raw Materials University Day @UniTrento) sarà mercoledì 25 novembre 2020.
L’iniziativa si terrà dalle 8.50 e fino al pomeriggio, sarà online (su piattaforma Zoom) e in lingua italiana.
Attraverso interventi di esperti/e e contributi video esplorerà diverse declinazioni del tema “materie prime” attraversando continenti, secoli di storia e tecnologia per poi ragionare insieme sul futuro. Nel pomeriggio si terranno sessioni tematiche (raw materials; economia circolare; innovazione; sviluppo di business), con la possibilità di interventi dal pubblico.
L'evento è gratuito, ma si richiede la registrazione obbligatoria online entro il 23 novembre (alle 10 del mattino). Il link Zoom verrà inviato via email alla vigilia della giornata e, al termine, sarà rilasciato un attestato di partecipazione utile ai fini del riconoscimento dei crediti formativi.
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