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Primiero. Luigi Negrelli: intervista sull'ingegnere che progettò il Canale di Suez


Ritratto di Luigi Negrelli



pubbliciltà

di NICOLA PISETTA


Intervista ad Andrea Leonardi, docente presso il Dipartimento di Economia dell’Università di Trento, che ci racconta la vita di Luigi Negrelli, l'ingegnere del Primiero progettista del Canale di Suez...


Professor Leonardi, ci può dire qual era la condizione familiare di Luigi Negrelli?

«La madre di Luigi, Elisabetta Würtemberg, era originaria della val Pusteria. Il padre Angelo Michele, italofono, era attivo nel commercio del legname e disponeva di un’azienda agraria per l’allevamento di bestiame. Può essere che Luigi sia cresciuto parlando anche il tirolese, ma la conoscenza del tedesco standard l’acquisì solo negli anni degli studi a Innsbruck. Era una famiglia benestante e politicamente partecipe contro il nuovo ordine bavaro-francese: il papà pagò il suo attivismo filo asburgico con la detenzione, avvenuta tra il 1813-14, e la sorella di Luigi, Giuseppina, è divenuta l’icona locale della resistenza a Napoleone. Gli stessi genitori, dopo l’insurrezione hoferiana del 1809, andarono incontro a non poche preoccupazioni di natura finanziaria: quella storica sollevazione privò infatti, nel corso di quell’anno, il regolare raccolto agricolo dalle numerose braccia e l’economia, in seguito, ne risentì».


Il prof. Andrea Leonardi

Quali cambiamenti portò, Negrelli, al fiume Reno?

«Nel 1825 la Direzione Provinciale dei lavori pubblici del Tirolo e del Vorarlberg gli affidò una serie di ricerche idrografiche e si occupò della regolazione del Reno nel tratto di confine austro-svizzero, dal Liechtenstein fino al lago di Costanza. I lavori furono avviati dalla Cancelleria di corte di Vienna: si dovevano risolvere i problemi provocati dalle esondazioni del Reno e dei suoi affluenti».

Zurigo, grazie a lui, cambiò volto?

«In quanto autore del Münsterbrücke, ponte inaugurato il 20 agosto 1838, migliorò la viabilità urbana del centro. Lo progettò con particolare perizia architettonica e fu subito molto apprezzato dagli abitanti.

Egli stesso, in un documento del 1856, avrebbe sostenuto in tedesco che sotto la sua guida “la città di Zurigo è stata completamente trasformata”».


Quando iniziò a diffondersi la ferrovia?

«L’epopea ferroviaria a trazione meccanica per il trasporto delle persone ebbe inizio nel 1830 con la Liverpool-Manchester e fu progettata da George Stephenson. Già nel 1825, sotto la Monarchia Asburgica, funzionava quella a trazione animale e il primo tronco della linea fu la Linz-Budweis. L’innovazione inglese era però ormai tangibile e Luigi Negrelli compì un viaggio di studi nell’estate 1836 per dirimere una serie di dubbi sulla sua efficacia e sulla sua sicurezza. Si recò in Francia, Regno Unito e Belgio per sperimentare di persona il funzionamento ferroviario e prendere contatti con i progettisti e i realizzatori delle prime linee europee».

Quali difficoltà presentava il corridoio dove oggi sorge il Canale di Suez?

«Barthélemy Prosper Enfantin, l’esponente di punta del sansimonismo francese, organizzò nel 1833 una spedizione in Egitto per predisporre i preliminari di diversi progetti e l’ingegnere Louis M.L. de Bellefonds lanciò l’idea di canale diretto tra i due mari, con la presenza delle chiuse alle estremità. Era stato calcolato che durante l’alta marea le acque del Mar Rosso sovrastassero quelle del Mediterraneo di 9,9 metri. Furono i rilievi dell’équipe dell’ingegnere Paul-Adrien Bourdaloue condotti nel 1848 a rilevare che la differenza di livello tra il Mediterraneo e il Mar Rosso era trascurabile. Ciò consentì a Negrelli di pianificare, come avrebbe sostenuto alla presentazione del progetto, «un canale franco e libero di ogni impiccio, senza chiuse, ed alimentato dall’acqua marina». Nel giugno 1856, così, la commissione internazionale, composta dai più autorevoli tecnici d’Europa, scelse il suo lavoro come il più adatto alla realizzazione».


L’Egitto promuoveva l'opera?

«Il viceré d’Egitto Mohammed Ali avrebbe preferito un collegamento al Mar Rosso dal Nilo. Temeva, infatti, che il canale avrebbe arrecato benefici solo alla comunità internazionale e che una ferrovia voluta dal governo di Londra avrebbe assoggettato ulteriormente il territorio agli inglesi. Ali vedeva positivamente, invece, la figura del cancelliere austriaco Metternich, date le locali mire non colonialistiche dell’Austria. Dopo la sua morte, avvenuta nel 1849, il figlio Ibrahim e il nipote Abbas, suoi successori, si dimostrarono più interessati alla linea ferroviaria tra Alessandria e Suez. Quando Abbas fu assassinato nel luglio del 1854, gli successe sul trono Mohammed Said. Con quest’ultimo aveva allacciato rapporti di frequentazione un personaggio francese molto intraprendente: il diplomatico Ferdinand de Lesseps, il quale riuscì a farsi rilasciare il 30 novembre 1854 un atto di concessione per realizzare la via navigabile».


Negrelli è l'unico padre del Canale?

«Era un ingegnere dalla solidità intellettuale e di dirittura morale che, aggiungendosi a specifiche competenze tecniche, finivano per configurare nella percezione comune del tempo l’ideal-tipo dell’uomo mitteleuropeo. Grazie alla sua perspicacia, contribuì in modo decisivo alla realizzazione del progetto, ma la paternità di tale opera va attribuita a una pluralità di soggetti e, tra tutti, rientra a pieno titolo Luigi Negrelli. Il suo ruolo fu portato a compimento dal lavoro di decine di migliaia di lavoratori egiziani ed europei e dall’impegno della Compagnie universelle du canal maritime de Suez, guidata dal diplomatico Ferdinand de Lesseps. Purtroppo, pur godendo del riconoscimento dal viceré d’Egitto come il tecnico più preparato, non poté nemmeno partecipare all’avvio dei lavori di scavo del canale, iniziati nel 1859, perché morì prematuramente il 1° ottobre 1858».

L’opera del Canale di Suez non venne riconosciuta, d’immediato, come sua?

«Due mesi dopo la sua morte venne fondata la Compagnia universale del Canale di Suez, pilotata da Lesseps, iniziando i lavori di scavo del canale nel 1859 e completandolo nel 1869. Il progetto venne dunque realizzato da Lesseps e per la famiglia fu una beffa. Trent'anni dopo la sua morte, la figlia Maria intentò una causa contro la Compagnia universale del canale di Suez e contro gli eredi di Lesseps, accusando quest’ultimo di appropriazione del progetto. Il processo, che si protrasse per anni, pur ammettendo la paternità progettuale di Negrelli, non riconobbe ai suoi eredi il dovuto».


Negrelli divenne motivo di vanto nazionalista nel ‘900?

«Fu dimenticato: nel XX secolo gli esigui studi ne consentirono il pieno recupero, ma l’immagine fu stravolta. Tra le due guerre, infatti, per l’Italia Negrelli divenne il “genio italiano” a servizio di ideali risorgimentisti: questi elementi, però, non gli appartenevano ed era avverso ad ogni relativa corrente. Anche una certa letteratura in lingua tedesca rivendicò per Negrelli un’impropria matrice spiccatamente teutonica. Egli si identificava solo nelle istituzioni asburgiche. Questo non significa che non amasse la cultura italiana, nonostante la sua lingua d’uso fosse il tedesco. Ciò che risulta incontrovertibile è il trasporto che nutriva per Primiero e la Patria tirolese, descritte da lui come un’oasi di pace in un’Europa piena di tensioni e di tranelli da cui guardarsi continuamente. Per ricollocare dunque Luigi Negrelli risulta indispensabile partire dallo studio della documentazione da lui prodotta, come ho voluto fare nel libro riportando il suo lascito: le fonti constano di ben 2.435 unità documentali e la sua personalità appare ricca, dinamica e aperta all'innovazione».


Un innovatore nell’ingegneria dei trasporti del XIX secolo

Luigi Negrelli: un nome associato, indubbiamente, al Canale di Suez. Un’opera, quella, che consacrò la sua brillante carriera da ingegnere e cambiò le sorti dei movimenti marittimi globali di merci e persone. Nato nel 1799, Negrelli crebbe nel pieno delle guerre napoleoniche e delle grandi incertezze per gli equilibri politici del continente. Negli anni della Pax Britannica dopo il Congresso di Vienna del 1814-15 abbracciò le innovazioni tecnologiche provenienti dalla Rivoluzione Industriale d’Oltremanica e pose la sua firma tra le grandi infrastrutture dell’Impero Asburgico, Svizzera e Lombardo-Veneto. L’emergente industria della Mitteleuropa, infatti, necessitava delle grandi vie di comunicazione transfrontaliere e Negrelli poté, quindi, beneficiarne grazie soprattutto alla stima che riusciva, col suo curriculum, ad ottenere dai grandi centri di potere, statali e non. Il suo ruolo, nell’ambito dell’ingegneria civile e ambientale, era davvero poliedrico: si occupò di strade, ferrovie, acquedotti, ponti, moli, fiumi e canali. Solo per citare alcuni dei tanti esempi, modernizzò il fiume Reno, il Linth e costruì il Münsterbrücke di Zurigo, il più antico ponte della città ad oggi conservato. Fu l’artefice delle prime e importanti ferrovie in Austria, Svizzera e Lombardo-Veneto. Da rappresentante internazionale di un Impero Asburgico multietnico e da cofondatore, nel 1846, della sansimoniana Société d’Études du Canal de Suez, concluse la vita col Canale di Suez che lo consegnò, con non poche difficoltà, alla storia. Il professore Andrea Leonardi, col suo libro "Un innovatore nell'ingegneria dei trasporti del XIX secolo. Luigi Negrelli" ha ricostruito minuziosamente la biografia dell’ingegnere di Primiero.

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