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Noa Ndimurwanko: la chimica del martello



Noa Ndimurwanko, di Levico Terme, è una lanciatrice del martello in forza al Gs Valsugana. Da qualche tempo si è trasferita da Bologna a Pisa per studio. L'abbiamo intervistata per conoscerla meglio nella sua vita privata e, soprattutto, nella sua dimensione sportiva di grande atleta.


Noa, come ti trovi nella nuova realtà di Pisa?

«Mi trovo benissimo, ho deciso di frequentare l’università a Pisa e mi sono trasferita. Ho un nuovo allenatore Massimo Terreni, molto capace sia dal lato tecnico che umano. Vado in treno tutti i giorni a Livorno dove mi alleno e viene sempre a prendermi in stazione perché arrivare al campo è abbastanza lunga. È molto disponibile e si adegua anche ai miei orari dell’università. È stato fondamentale anche perché prima del lockdown quando mi ha portato i pesi, i bilancieri e altri attrezzi. Così mi sono creata una specie di palestra in garage e mi sono allenata tutti i giorni. Lui mi inviava i programmi e i video con gli esercizi da fare. Mi sento spesso anche con Yuri, il mio precedente allenatore e lo tengo sempre aggiornato.»


Come è andata la ripresa degli allenamenti su un campo vero e proprio?

Al primo allenamento ho lanciato subito sulle mie misure. Erano tutti stupiti, ci si aspettava che dopo un periodo così lungo a casa avrei quasi dovuto ricominciare da capo e invece è andato tutto bene. Sono stata a casa ma non mi sono mai fermata mentalmente, ho ricaricato le pile, avevo addosso tanto entusiasmo e tanta voglia di esprimermi e sono tornata molto carica. Siamo partiti a mille.»


Con chi ti alleni?

«Mi alleno con un'altra ragazza e un ragazzo. Ma a Livorno siamo in tanti a lanciare, un bel gruppo, non ho mai visto così tanti martellisti allenarsi tutti insieme. Non ero abituata, ero quasi sempre da sola.»


Quali gare disputerai?

«Ho una prima gara a metà luglio, poi spero di partecipare al Meeting di Castiglione e poi a quello di Livorno, sperando si riesca ad organizzare. A fine agosto, la gara più importante, i campionati italiani a Padova.»


Quali sensazioni stai provando dopo una esperienza così difficile di questi mesi?

«Ho fatto due gare in inverno ed avevo iniziato a carburare. Non è facile riprendere la tensione della gara e qualche paura puoi averla. Ho pensato che alla fine di tutto è importante divertirsi senza pressioni mentali. A casa mi dicevo che quando riprendo voglio godermi le gare, a volte sono sensazioni che dai per scontate ma non lo sono. Sto facendo qualcosa che mi piace, devo godermi la sensazione di lanciare il martello. Cercherò di fare bene anche per il mio allenatore, se lo merita, con tutti i lavoro che sta facendo per me.»


Quale studi frequenti all’università di Pisa?

«La magistrale di chimica. Mi trovo davvero bene sia con i compagni che con i professori. È un ambiente molto stimolante e di alto livello. Ho scelto il settore di chimica analitica, è interessante il tipo di percorso, ho fatto anche beni culturali, le analisi ambientali, anche sui dipinti, come capire i materiali. A luglio ho anche qualche esame.»


Sei tornata in Trentino, a Levico?

«Ci sono stata a giugno per dieci giorni, mancavo da mesi. Mi è venuto il magone nel rivedere le montagne, il lago, le persone, non ero mai stata così tanto lontano da casa. Più sei lontana più di accorgi di quanto sei trentina dentro.»



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