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Intervista ad Arnaldo Dandrea, Pres. CR Valsugana e Tesino


Il Presidente della Cassa Rurale Valsugana e Tesino, Arnaldo Dandrea

BORGO VALSUGANA – Presidente Dandrea, fra qualche mese la Cassa Rurale Valsugana e Tesino rinnoverà il proprio CdA. Qual è il Suo bilancio di questo triennio di presidenza?

«Sì è trattato di un triennio tutt’altro che d'ordinaria amministrazione, visto che proprio nel 2017 è nato il progetto di fusione delle 3 casse rurali della Bassa Valsugana. La logica conclusione di un percorso iniziato addirittura nei primi anni ‘90, quando nel nostro territorio esistevano ben 11 Casse Rurali: Roncegno, Telve, Olle, Scurelle, Samone, Spera, Strigno, Castello Tesino, Grigno, Tezze, e Ospedaletto. Alcune di queste, poi, avevano aperto degli sportelli limitrofi, sprovvisti di una presenza bancaria...».


Erano i tempi della logica “un campanile, una Cassa Rurale”...

«Era una tendenza generalizzata, seguita anche dalle nostre consorelle trentine, tanto da trasformare la nostra provincia in una delle zone più bancarizzate d’Italia. Ricordo che in quegli anni le Casse che avevano la possibilità di operare fuori Provincia aprirono anche nuovi sportelli in Veneto, i quali riscossero – e per fortuna continuano a farlo – un ottimo successo, soprattutto per il nostro tipo di approccio cooperativo, da sempre attento al territorio e alle sue esigenze. Attualmente la nostra presenza in Veneto è così strutturata: in provincia di Belluno abbiamo le filiali di Arsiè, di Fonzaso appena rimodernata, e di Lamon che avrà presto un nuovo look recuperando la storica “Casa Facen”. In provincia di Vicenza, invece, vi sono le filiali di Enego e Valstagna, mentre tra qualche mese aprirà una nuova filiale a Pove del Grappa. Pertanto, ad oggi, la nostra Cassa Rurale è sviluppata su 22 comuni, 17 trentini e 5 veneti».


Tornando agli anni ‘90, quale fu la spinta che innescò la fusione?

«In realtà le spinte furono due, non contrastanti bensì complementari, che concorsero a dare una precisa impronta allo sviluppo delle nostre banche di credito cooperativo. Infatti, se da un lato vi era la spinta verso le fusioni e le prime esperienze di razionalizzazione in termini di organizzazione e di risorse, dall’altro la domanda che proveniva dal territorio ci spingeva ad incrementare il numero degli sportelli. Dalla perfetta sintesi fra accentramento delle risorse e forte presidio del territorio nasce il percorso che ha dato vita alla Cassa Rurale Valsugana e Tesino, una realtà forte e sana che, pur non dimenticando il proprio passato, è costantemente proiettata al futuro. S'inserisce in quest’ottica l’adesione al gruppo bancario capitanato da Cassa Centrale Banca, passo a mio avviso indispensabile per garantirci un futuro sereno, continuando a rimanere ancorati al territorio».


Però l’adesione a CCB ha destato qualche perplessità...

«È fisiologico che ogni grande cambiamento comporti qualche timore, ma in questo caso sono sicuro che i fatti presto dimostreranno che non esiste alcuno strabismo nel nuovo assetto il quale, anzi, ci garantisce la partecipazione a un nuovo percorso di sviluppo coerente con la nostra storia e con la tradizione cooperativa. Il fatto poi che Cassa Centrale Banca abbia sede a Trento, che sia guidata da un gruppo di trentini, (il Presidente e l’Amministratore Delegato sono infatti trentini), rappresenta senz’altro un valore aggiunto, oltre che un motivo di orgoglio. Senza contare la notevole ricaduta a livello economico-finanziario, sia in termini di gettito fiscale ma anche sotto il profilo delle risorse umane, infatti vengono stabilmente occupate molte persone di spessore che offrono alta competenza, persone che vengono anche da altre Regioni e favoriscono quindi un buon mix fra buona prassi trentina e una giusta contaminazione di esperienze».


Parlando sempre di timori, s'è diffusa la notizia della possibile fusione tra Cassa Rurale Valsugana e Tesino e Cassa Rurale Alta Valsugana. Che c’è di vero?

«La notizia non corrisponde al vero. Non è stato fatto alcun passo ufficiale, e neppure informale, in tal senso. Vero è, ma questo è sotto gli occhi di tutti, che da anni tra le due Casse Rurali vi sia una proficua collaborazione volta ad organizzare eventi culturali e formativi dedicati alla popolazione delle nostre zone, che senz’altro condividono un contesto socioeconomico e culturale per molti versi simile.


In primavera, come detto, avrete il rinnovo delle cariche sociali. Come vi state preparando?

«Sarà un’ulteriore dimostrazione della nostra particolarità cooperativa, un momento come sempre importante, di alta democrazia, dove per la prima volta applicheremo criteri qualitativi nella proposta ai soci dei nuovi amministratori; criteri rinnovati ed incrementati rispetto al passato, con specifico riguardo alle competenze di carattere tecnico. Chi vorrà candidarsi a guidare una Cassa Rurale, infatti, dovrà possedere i requisiti idonei al miglior governo della banca, a tutela degli interessi dei soci. Anche i soci alla prima esperienza amministrativa dovranno impegnarsi in questo senso ed entro i primi 18 mesi dovranno migliorare le proprie competenze e conoscenze frequentando un apposito percorso di formazione rafforzata».


Nel DNA della Cassa Rurale l’aspetto economico va di pari passo con l’attenzione al sociale e del volontariato. Che quadro ci può offrire a questo proposito?

«Il nostro territorio è piuttosto complesso per storia e conformazione. Un tratto distintivo comune e qualificante è rappresentato senz’altro dall’Associazionismo. Un universo di valori positivi e solidali per il quale rappresentiamo un punto di riferimento, tanto che attualmente sono nostre clienti quasi 600 associazioni, da quelle sportive a quelle di utilità sociale, Vigili del fuoco, Associazioni culturali e via dicendo. Nel 2019 abbiamo raccolto 395 domande di contributo, per le quali abbiamo elargito circa 351 mila euro, anche se l’ammontare annuo complessivo che la Cassa Rurale Valsugana e Tesino impiega sul territorio, tra soci e associazioni, supera il milione di euro».


L’associazionismo è una marcia in più per il Trentino, un valore aggiunto talmente insito nelle nostre comunità che a volte, paradossalmente, qualcuno lo sminuisce dandolo per scontato.

«Condivido. Se immaginassimo, per assurdo, che improvvisamente nessuna associazione si occupasse più dell’educazione sportiva dei nostri giovani, delle iniziative culturali, delle attività sociali, e della nostra sicurezza, la società in cui vivremmo non sarebbe più il nostro tanto ammirato Trentino solidale e vicino alla gente, bensì un deserto di rapporti umani, costellato da mille difficoltà. Sono le associazioni, attraverso centinaia e centinaia di volontari i quali offrono al territorio un impegno concreto e migliaia di ore lavorative, che arricchiscono le nostre comunità, proponendo un esempio sano e generoso di cooperazione. Come non si può dare per scontata la dedizione e la voglia di fare di tanti volontari, altrettanto non è scontato il nostro supporto finanziario e pertanto chiediamo sempre a tutte le realtà del terzo settore la reciprocità, vale a dire di farsi promotrici della loro Cassa Rurale, di appoggiarla, di farla conoscere e crescere, al fine di consentirle di continuare ad essere quel motore di opportunità che tante volte ci è stato riconosciuto. Non credo sia un caso il fatto che spesso coloro i quali operano in un’associazione di volontariato risultino anche soci della Cassa Rurale».


Quanti soci avete attualmente?

«Abbiamo oltre 8700 soci, in continua crescita, anche perché l’essere socio comporta notevoli vantaggi materiali immediati – come prezzi riservati sui principali servizi di banca, sconti sulle polizze assicurative e abbonamenti, convenzioni con esercizi commerciali, premi allo studio – ma anche benefici su più vasta scala e a lungo termine, grazie a quelle risorse sociali prodotte dal mondo associazionistico che sosteniamo fortemente, da sempre e ogni anno di più».


Accanto ai valori sociali, un’altra grande ricchezza della Cassa Rurale è il capitale umano...

«Vero, noi investiamo molto sul capitale umano, non solo esterno (le Associazioni di Volontariato) ma anche interno (il nostro Personale), impegnato a trasmettere il nostro modus operandi e la nostra vision. Perché il cliente che entra in Cassa Rurale si deve sentire da subito a casa propria, deve sentirsi una persona che fa parte di una società che condivide determinati valori. La nostra è una sfida continua, bella ed entusiasmante, che speriamo possa essere portata avanti al meglio anche con il nuovo consiglio che si insedierà a breve. Perché la nostra mission, fortificatasi in 120 anni di vita cooperativistica, è di essere sempre inclini al futuro».

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