Avrebbe dovuto aprire il 14 novembre la mostra Giovanni Boldini. Il Piacere. Allestita, sonorizzata, pronta per essere visitata, la mostra è attualmente chiusa al pubblico.
Attraverso il web il Mart proverà a incuriosire i visitatori e a raccontarla in un modo diverso...
La relazione con le opere e il museo resta certamente insostituibile e unica, ma se c’è una cosa che il tempo presente ha insegnato è che non ci sono limiti al dialogo, allo studio, alla conoscenza. Oggi più che mai l’hashtag #staytuned è diventato uno stile di vita, un modo per costruire nuove abitudini culturali.
Nel momento in cui i musei saranno aperti, non si perderà neppure un giorno: la mostra c’è e aspetta il suo pubblico. Intanto sul web immagini, videointerviste, playlist, pillole, storie e curiosità. Per restare vicini. Sempre.
Giovanni Boldini. Il Piacere
Il fascino senza tempo della Belle Époque è arrivato al Mart.
I caffè mondani, gli abiti da capogiro, l’eleganza della borghesia, il vaporoso romanticismo dei salotti raccontato dal più grande ritrattista dell’epoca: Giovanni Boldini.
A lui è dedicata la nuova grande mostra del museo di Rovereto. 170 opere provenienti da collezioni pubbliche e private, molte delle quali appartenenti al patrimonio del Museo Boldini di Ferrara, chiuso al pubblico dopo il terremoto del 2012.
Tra i più virtuosi e fecondi pittori del suo tempo, Boldini coglie l’essenza di un ambiente sfolgorante, di cui è uno dei più importanti protagonisti.
Da Ferrara a Parigi, passando per Firenze e Londra, il maestro italiano studia Raffaello, frequenta i Macchiaioli e il Caffè Michelangelo di Firenze, conosce Courbet, Manet, Degas e, stabilitosi definitivamente a Parigi, si afferma come uno degli artisti più richiesti. Grazie anche a una spiccata intraprendenza e a notevoli doti relazionali, Boldini diventa il pittore dei ritratti di società. I suoi dipinti finiscono per descrivere e allo stesso tempo definire lo stile, le tendenze e l’estetica della Ville Lumière, indiscussa capitale europea. Tanto che il pittore Jacques-Émile Blanche scrive: “Boldini, disegnatore prestigioso e squisito colorista, accumula piccoli pannelli sui quali la vita di Montmartre, il movimento della place Pigalle, sono resi con una maestria che entusiasmò Degas e Monet”.
Nelle effigie di nobildonne, attrici e intellettuali incontrati nei salotti della Parigi fin de siècle, rivive il fascino di una società raffinata ed elegante. I cronisti dell’epoca descrivono donne vestite alla “Boldini”, “canoni della bellezza boldiniana” e individuano nei suoi quadri una femminilità “suprema e irresistibile” ma anche “ingenuamente pudica”.
Dal punto di vista pittorico, l’artista persegue continue innovazioni e repentine trasformazioni: con i suoi vortici di pennellate lunghe e vibranti, le cosiddette sciabolate, ferma sulla tela immagini simili a fotogrammi. Scatti mossi, ripresi in divenire, fissano la dinamicità del passaggio fra un’azione appena compiuta e un’altra appena cominciata.
Boldini traduce e raffigura la vitalità e la concitazione di un’epoca in pieno fermento sociale. Coinvolge le sue muse, complici loro malgrado di un sottile gioco psicologico, riuscendo a metterne in evidenza sia gli aspetti più sensuali e conturbanti, sia le fragilità. Come scrive l’amico caricaturista Sem (pseudonimo di Georges Goursat): “Boldini era il pittore della sua epoca, dipingeva le donne coi nervi a pezzi, affaticate da questo secolo tormentato. […] Tutti questi brividi, questi tremori, queste contrazioni, sono in sintonia con quest’epoca di nevrosi.”
Da un’idea del Presidente Vittorio Sgarbi, la mostra è curata da Beatrice Avanzi, curatrice Mart, esperta in arte italiana dell’Ottocento e del Novecento, e da Tiziano Panconi, specialista dell’opera di Giovanni Boldini al quale ha dedicato studi, mostre e pubblicazioni. L’allestimento è curato da Contemplazioni.
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