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Il lupo si è rifatto vivo: a Malga Agnelezza uccise cinque capre e una pecora

Immagine del redattore: il Cinqueil Cinque




di GIANCARLO ORSINGHER


Il lupo si è rifatto vivo! La notte tra domenica e lunedì cinque capre e una pecora sono state uccise e parzialmente divorate all'interno di un recinto nuovo, costruito a norma "anti lupo", a Malga Agnelezza nel comune di Castello-Molina di Fiemme, poche centinaia di metri sotto il crinale che divide la val di Fiemme dal territorio di Telve.

Se l'incursione non ha particolarmente sorpreso gli allevatori della zona - ci racconta Luigi Bonelli, conduttore di malga Buse e di malga Cadinello - dato che anche l'anno scorso hanno dovuto registrare la predazione di due capi da parte del lupo, quello di cui non si capacitano è come l'animale (o gli animali) sia riuscito a entrare nel recinto realizzato, come detto, per resistere al carnivoro. La presenza del branco causa ora preoccupazione anche per la sorte dei numerosi bovini caricati nelle malghe della zona. "Gli allevatori della valle -ci tiene a sottolineare Bonelli - non vogliono sembrare a tutti i costi nemici dei grandi predatori, ma se in passato la convivenza era possibile considerato il minor carico antropico nella zona, oggi la coesistenza in montagna del lupo (e anche dell'orso) con la zootecnia e la pastorizia non è più possibile: c'è posto per il carnivoro o per l'uomo con i suoi animali". Non ci si può di sicuro nascondere dietro a un dito: il problema c'è e va risolto o comunque gestito nel modo migliore possibile, tenendo in considerazione le necessità degli allevatori e anche di chi fruisce della montagna in maniera diversa, come gli escursionisti e i bikers; se per i primi il pericolo principale è il lupo, per i secondi il rischio è dato da chi deve difendere dal lupo, come è successo nei giorni scorsi nella zona di Malga Valpiana e verso Malga Ezze.




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