
La solitudine è una delle esperienze umane più potenti: tutti, almeno una volta, ci siamo sentiti soli. Nelle prossime righe vorrei riflettere con voi su questa emozione, tanto personale quanto universale, e su alcune delle sue mille facce.
di Cinzia Gasperi*
LA SOLITUDINE è un'esperienza che sentiamo nel corpo, nel cuore e nella mente e può assumerne significati molto diversi tra le persone e a seconda della nostra fase di vita: può essere il risultato di un mondo ostile, che ci taglia fuori, con cui non riusciamo a entrare in contatto; oppure un momento di auto-conoscenza, riflessione e serenità.
Appare chiaro,quindi, come non ci sia una solitudine oggettiva, ma che si tratta di un’esperienza che suscita emozioni e assume un significato, a seconda del modo in cui viene vissuto e di come noi stessi ci poniamo, verso di lei.
QUANDO LA SOLITUDINE evoca sofferenza, le emozioni che l’accompagnano sono tristezza, paura, e vergogna; ci sentiamo inadeguati e se anche desideriamo un contatto, ci viene voglia di scappare.
A volte, soprattutto in certe fasi di vita, la solitudine può essere subita: così per l’anziano abbandonato, senza un tessuto sociale di supporto e con poche risorse economiche e psicologiche, la solitudine può compromettere la qualità della sua vita, in modo concreto e tangibile, ancor prima che psicologico e morale.
Anche altri, però, possono subire la solitudine e le sue conseguenze: pensiamo alle donne relegate in casa o i giovani non ascoltati dalla famiglia; sono solitudini di chi, pur vivendo tra le persone, non riesce ad entrare in contatto con gli altri.
QUESTA SOFFERENZA impatta sulla nostra salute, non solo psicologicamente, ma anche fisicamente, perché spesso smettiamo di prenderci cura di noi e adottiamo (anche per gestire il dolore) delle abitudini malsane che per un momento ci distraggono, alla lunga aumentano la sofferenza e il disagio.
La solitudine può diventare un dolore così intenso, da sfociare nella sofferenza psicologica; diventa l’estrema conseguenza della paura di stare con gli altri: la sensazione è che le persone mi giudichino, osservino e valutino qualsiasi mia mossa, facendomi sentire inadeguato. Stare con gli altri è tanto desiderato, quanto temuto, perché non so come muovermi.
Ancora, le persone possono diventare pericolose, mi possono danneggiare e, quindi, l’unica soluzione logica è scappare il più lontano possibile da tutti.
sono quelle sfumature di una sofferenza, che necessita dell’aiuto di un professionista, come profondamente dolorosa e bisognosa di supporto, è la solitudine della depressione: qui una profonda tristezza fa ripiegare su se stessi, si perde la volontà di agire, di entrare in contatto con gli altri, manca la forza per reagire.
Questi quadri mostrano gli estremi più dolorosi di questa condizione; ma la solitudine può legarsi anche a sentimenti positivi e che permettono un fiorire dell'individuo.
Quando la solitudine ci permette di prendere una pausa dal mondo, allora possiamo raccoglierci, ascoltarci e far fiorire le nostre risorse, senza esser distratti da tutti gli stimoli quotidiani.
diventa il momento per entrare in contatto con noi stessi; osservare e riflettere sulla nostra vita e su quanto ci sta accadendo. Possiamo fermarci e comprendere cosa questi eventi significano per noi. Questo è possibile proprio perché stiamo con noi stessi e ci mettiamo in ascolto delle nostre diverse parti, entrando in contatto con i bisogni più profondi.
Solo nella solitudine possiamo ascoltare davvero le nostre emozioni, cambiare prospettiva, e osservare i pensieri; ci mettiamo così nelle condizioni migliori per fare delle scelte importanti; poiché da soli non siamo distratti da ruminazione e rimuginio, o da quanto il mondo dice.
Quando la solitudine assume questi connotati aiuta, in un certo senso, a pulire la mente: stacchiamo dal sovraccarico di informazioni del quotidiano; mettiamo in disparte le preoccupazioni inutili e rinnoviamo le forze per affrontare le sfide.
IN QUESTO STATO, va da sé, che le nostre risorse, bloccate dalle routine e dal dover fare, riescono ad attecchire e fiorire: per questo la solitudine può diventare uno spazio per rafforzare se stessi, riflettere sulle nostre competenze e abilità, su quello che stiamo facendo della nostra vita, ma anche il momento in cui è più facile dare libero sfogo alla creatività e immaginazione, lasciando vivere anche quelle parti di noi stessi che di solito tacitiamo.
INFINE, ultimo aspetto positivo della solitudine è che proprio lo staccarsi dagli altri per un po’, permette di rafforzare i legami con le persone a noi cari: gli altri non hanno bisogno sempre di noi, né noi degli altri, ma soprattutto, nella solitudine possiamo imparare a voler bene a noi stessi, passo indispensabile per voler bene anche agli altri ed entrare in contatto con loro.
*dott.ssa Cinzia Gasperi
www.gaspericinzia.it
Psicologa clinica e psicoterapeuta ad indirizzo cognitivo comportamentale.