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Giorgio Torgler: «Le tante ragioni per dire sì allo sport»


Giorgio Torgler, presidente onorario CONI Trentino




di GIORGIO TORGLER


Lo sport oggi è un fenomeno sociale globale, affascinante, e proprio per la sua valenza complessiva, è sempre più chiamato ad allargare i propri orizzonti e a scoprire nuove potenzialità...


Allo sport oggi vengono assegnate tante responsabilità a seconda della prospettiva da cui se ne parla: una finalità educativa, una finalità di prevenzione alle malattie, una finalità sociale, di educazione alla legalità ed alla democrazia, una finalità di promuovere e veicolare il divertimento, una finalità economica e di promozione turistica di un territorio, fino alla finalità di sviluppare e incanalare la spinta agonistica.

È anche, come afferma Howard Cosell, «il reparto giocattoli della vita umana».


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E allora vediamo alcune motivazioni del perché sia necessario investire nello sport...


• PERCHÉ LO SPORT è tantissime cose: bellezza, salute, gioia, divertimento, valore economico, agonismo, competizione e misura con se stessi e con gli altri, solidarietà, amicizia, rispetto delle regole e degli avversari, eccetera, ma soprattutto contenitore di valori morali e princìpi etici.


• PERCHÉ COME IN un’industria, “la filiera famiglia – scuola – società” sforna generazioni in catena continua, ma l’attenzione per la qualità del prodotto è quasi scomparsa. Lo scarto ha superato le percentuali fisiologiche.


• PERCHÉ DALLA FAMIGLIA e dalla scuola provengono segnali preoccupanti che si ripercuotono immancabilmente nella società. «Il decadimento dei valori in tutti gli ambiti sociali, i messaggi ingannevoli diffusi dalla rete, il sesso e il denaro come unici obiettivi, perseguibili attraverso compromessi con la dignità individuale, che stanno alla base dell’organizzazione della vita». La mutevolezza del contesto e soprattutto la già compromessa situazione attuale rappresentano oggi forse la sfida più importante per le società sportive, ma anche per gli Enti Pubblici, perché lo sport oggi deve essere valutato e apprezzato, non solo come valore agonistico e economico, ma anche come valore sociale e culturale.


• PERCHÉ COME DICE don Luigi Ciotti: «Bisogna occuparsi non solo preoccuparsi del mondo giovanile... cercando di lavorare sulle "e" più che sulle "o": educazione e prevenzione, legalità e giustizia, fede e storia, persona e valore della pratica sportiva».

• PERCHÉ, COME DICEVA Adriano Morelli «tutti campioni, nessun campione», e da grande conoscitore del mondo dei giovani affermava: «Tra mille dubbi mi resta una certezza: bisogna migliorare la qualità dello sport per migliorare la qualità della vita».


PERCHÉ AI BAMBINI dobbiamo dare problemi da risolvere e non soluzioni da ricordare.


• PERCHÉ, COME AFFERMA il prof. Aucouturier, uno dei padri fondatori della pratica psicomotoria «nel nostro tempo il fenomeno in preoccupante crescita è quello dei bambini annoiati, obesi, apatici. Ciò è dovuto al fatto che la nostra società favorisce un unico tipo di educazione: quella incentrata sull’immagine esteriore. Il bambino non sente più il bisogno di pensare e immaginare, non sente più la necessità di agire nell’immaginazione e dunque anche il corpo si blocca, si arresta, non si muove. Inoltre viviamo in una società dei consumi dove il bambino è passivo. Ciò è molto grave perché nella “non azione” si arresta anche lo sviluppo dell’intelligenza».

• PERCHÉ È NELL'AZIONE intelligente la salvezza delle future generazioni. Se fallissimo anche questa volta dovremmo barattare generazioni di uomini e donne dotate di intelligenza e senso critico con un esercito di annoiati consumatori di merci.


• PERCHÉ LA SOCIETÀ sportiva, che è una delle tre agenzie educative primarie, assieme alla Famiglia e alla Scuola, ha la grande responsabilità dell’utilizzo corretto del grande potenziale educativo dello sport. Il suo ruolo è basilare e determinante e va, quindi, interpretato al meglio, ma va aiutata, stimolata, assistita da un progetto della Politica e della Pubblica Amministrazione.

Perché finanziare lo sport significa finanziare cultura.

• PERCHÉ LO SPORT È un grimaldello per risolvere situazioni e dare prospettive. Nella scuola e nella famiglia, per il ragazzo non vi è libera scelta, nello sport sì, e quindi il tempo libero diventa una componente della vita da valorizzare. Tutti i suoi aspetti hanno valore: quello agonistico, del gioco, della salute, eccetera.

Però questi valori devono diventare nostri fermi princìpi e quindi investire nello sport significa investire nel capitale umano.

Lo sport, dunque, va rimesso al centro di un esigente disegno educativo che coinvolga in una nuova complicità le famiglie, le società, la Scuola.

C'è spazio, certo, anche per l'agonismo, per la specializzazione, per il successo, ma questi obiettivi sono conseguenti da altri obiettivi che dobbiamo considerare prevalenti:

quello di allargare la base di praticanti;

quello di fare in modo che i praticanti non abbandonino precocemente;

quello di sviluppare le abilità molteplici motorie dei bambini e dei ragazzi.

Quindi per iniziare bisogna rispettare e ricercare la centralità del bambino e non viceversa.

Di conseguenza lo Sport deve essere interpretato come “componente di crescita” – lo Sport deve garantire un miglioramento della qualità della vita e non un condizionamento in negativo e quindi lo Sport diventa lo strumento principale della medicina preventiva.


* Giorgio Torgler

Presidente onorario CONI



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