«Abbiamo preso una decisione triste, difficile, che sappiamo non risulterà gradita, ma che va nella direzione di aumentare la prevenzione dal contagio da Covid 19. L’ordinanza che stiamo per emanare prevede che nei giorni 1 e 2 novembre i cimiteri del Trentino restino chiusi. Lo dico con amarezza e dispiacere. Si tratta di una festa religiosa importante, a cui le persone sono molto legate, soprattutto gli anziani, ma è nostro compito prendere anche decisioni scomode, per il bene della comunità».
Con queste parole il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, ha comunicato nel corso della conferenza stampa dedicata all’esame dell’evoluzione della pandemia, la decisione assunta dalla Giunta di chiudere l’accesso ai cimiteri nelle giornate di domenica e lunedì, in corrispondenza della festa di Ognisanti e di quella dedicata al culto dei Defunti, per evitare un prevedibile, massiccio afflusso di persone, con le ovvie conseguenze sul distanziamento sociale, che è una delle principali misure di prevenzione contro il Coronavirus. «Ho già comunicato questa decisione al nostro Vescovo» ha aggiunto Fugatti, che ha sottolineato come, in assenza di questa misura, le previsioni fossero di una crescita importante dei contagi, soprattutto di anziani, ad una settimana di distanza circa dalla festività.
Per quanto riguarda bar e ristoranti, la Giunta provinciale ha valutato la situazione, alla luce degli ultimi elementi disponibili, e ha deciso di lasciare inalterato quanto stabilito dall’ultima ordinanza. Per ora, quindi, la chiusura dei bar rimane fissata alle 20 e dei ristoranti alle 22. Lunedì si procederà con una nuova disamina della situazione. Fugatti ha inoltre ricordato che sul versante dei ristori la normativa nazionale prevede lo stesso trattamento per tutti i territori e al momento non vi è motivo di ritenere che possano esservi conseguenze per la decisione assunta dal Trentino, anche se l’eventualità di una richiesta in tal senso avanzata in sede parlamentare non può essere esclusa.
Rimane invariata anche la situazione nelle scuole. Come sottolineato dal direttore generale facente funzioni dell’Apss Pier Paolo Benettollo, al momento non si osserva una trasmissione significativa del contagio all’interno delle classi. Questa avviene invece più frequentemente fuori dalla scuola, nelle varie attività in cui i giovani sono tutt’ora impegnati. Il numero maggiore di contagi continua a registrarsi non a caso alle superiori e non negli asili o nelle scuole elementari
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