TRENTO – Aumenta di altri tre casi la situazione Coronavirus in Trentino. Il punto alle 12.30 odierne è stato fatto dall’assessore alla salute nel corso del consueto appuntamento con la stampa. Una delle nuove pazienti è una donna, già in quarantena in quanto partecipante alla gita ad Assisi da cui sono emersi già altri casi di contagio nei giorni scorsi.È risultato poi positivo anche un uomo di 50 anni che la sera del 4 marzo si è presentato al Pronto soccorso di Cles con problemi di respirazione. Sono immediatamente scattati i protocolli di accoglienza e il soggetto – risultato positivo al tampone per il Covid-19, è stato messo subito in isolamento. L'Azienda sanitaria ribadisce che non si ravvisano problemi per personale medico ed infermieristico grazie alla rigida osservanza dei protocolli di sicurezza. Anche la moglie dell’uomo è stata sottoposta alle misure di quarantena. Ad ora non è emerso alcun legame fra questo caso e quello diagnosticato all’ospedale di Cles qualche giorno fa. Il terzo caso riguarda infine un uomo di Rovereto che risulterebbe essere stato a Milano lo scorso 20 febbraio e che si è presentato ieri all’ospedale di Trento. Anche in questo caso, nessuna conseguenza negativa per il personale medico-sanitario.Un centinaio di persone sono attualmente in quarantena in Trentino, sottoposte ad un regime di stretta osservazione da parte del Dipartimento prevenzione dell’Apss. Quasi tutte queste persone sono seguite a casa con controlli periodici.
«La nostra intenzione – ha commentato il presidente della Provincia – è insistere nelle misure preventive, che fino ad oggi hanno manifestato la loro efficacia. Il messaggio che in questo momento ci sentiamo di lanciare riguarda soprattutto il mondo degli anziani ultrasettantacinquenni. Raccomandiamo loro di rimanere lontano dai luoghi affollati ed in generale di osservare una particolare attenzione riguardo alla propria condotta di vita. Chi già avverte malesseri o problemi di salute deve, con forte senso di responsabilità, evitare contatti con altre persone. Chi non presenta problemi è bene comunque che osservi scrupolosamente le norme prudenziali già note.
Ci attendiamo inoltre – ha proseguito il governatore del Trentino - una crescita delle presenze turistiche in alcune località del Trentino, anche come conseguenza delle vacanze ‘forzate’ di bambini e ragazzi per la chiusura delle scuole. In queste zone si dovrà riporre quindi un’attenzione ancora maggiore alle norme di prevenzioni riguardanti l’igiene, l’affollamento, in luoghi chiusi ma anche per le file che si creano nell’accedere agli impianti e quant’altro. Trasmetteremo queste informazioni anche ai sindaci delle località interessate. Al momento in Trentino non si registrano condizioni di rischio particolari a causa dell’afflusso turistico ma tutti i soggetti interessati, compresi gli operatori del settore, devono essere sensibilizzati anche riguardo alle possibili conseguenze del manifestarsi di un caso di contagio in una località turistica».
L’assessore all’istruzione ha ricordato la firma, ieri sera, del protocollo d’intesa per la flessibilità del personale del comparto scuola. Nel protocollo è stato confermato il principio della flessibilità «larga ed estesa al massimo per il personale coinvolto, venendo quindi incontro anche alle esigenze di accudimento dei figli che a sua volta questo personale, insegnante e non, manifesta, a seguito della chiusura delle scuole».
Nel pomeriggio di oggi si provvederà ad adottare un’ordinanza alla chiusura – quindi non solo di sospensione – riguardante specificamente le scuole dell’infanzia e gli asili. Tutte le persone coinvolte rimarranno a casa, compreso il personale alle dipendenze di cooperative, che verrà supportato attraverso il Fondo di garanzia.
Per quanto riguarda le RSA, come noto il Trentino ha deciso di riservare un’attenzione particolare agli utenti e alle loro famiglie, consentendo la visita giornaliera di un parente o eventualmente di una badante, soprattutto per la somministrazione dei pasti. Oggi pomeriggio si svolgerà un incontro con le rappresentanze sindacali di Upipa e Spes per dirimere eventuali dubbi e preoccupazioni. Il presidente ha sottolineato di ritenere che la competenza in questo caso specifico sia in capo alla Provincia autonoma.
APPELLO A NON AFFOLLARE I PRONTO SOCCORSO Per diminuire le occasioni di contatto nelle sale di attesa Apss ribadisce l’importanza di evitare di recarsi in Pronto soccorso per problematiche non urgenti e nel caso di accessi urgenti di limitare a uno per paziente il numero degli accompagnatori. In questa fase epidemica, è fortemente raccomandato di non recarsi direttamente nelle strutture ospedaliere e negli ambulatori ma contattare il proprio medico di famiglia al telefono che, attraverso alcune domande, farà un’anamnesi individuando eventuali casi a rischio per i quali sono previste modalità di presa in carico specifiche.