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Ci serve il coraggio della vulnerabilità




di LICIA CAPPATO


Un mistico e filosofo indiano conosciuto come Osho poneva questa domanda a coloro che lo seguivano: "È più forte una roccia o un fiore?” La risposta che nasceva immediata era: “La roccia”.

La risposta della roccia perché immaginando di lanciarle addosso un sasso questa non si scalfisce, mentre un fiore viene spezzato e quindi ucciso.

In realtà lui spiegava che tra i due il più forte è il fiore, perché in esso è presente la vita.

E la vita cos'è? È una forza che va oltre il concetto di forza che ha la maggior parte delle persone.

Tendenzialmente si pensa alla forza solo come forza fisica o di resistenza, quando si usa questo termine, in realtà ha molti aspetti.

Parlando della vita: è una forza pulsante, è vibrante, è coinvolgente, è emozionante, è intensa, è un intercalarsi di salite e discese, è impetuosa ma è anche delicata come un fiore, vulnerabile!


La società di oggi che vuole uomini, donne ma anche bambini sempre pronti, mai stanchi, sempre produttivi, efficienti, ubbidienti, senza emozioni altrimenti scomodi; il messaggio inconscio che arriva è che l'essere vulnerabili è essere inadeguati, sbagliati, non accettati, essere deboli.

Ma questo è l'unico concetto di forza che si vuole rendere conosciuto, che i media e il sistema mandano come modello e messaggio.

Allora la riflessione che mi sorge è che la società di oggi non ci vuole vivi, perché l'essere vivi significa essere vulnerabili, ci vuole macchine quindi una situazione impossibile da raggiungere.

Avviene che la maggior parte delle persone per farsi accettare da questa società e soddisfare il senso di appartenenza, che assume valore come un'entità a se stante, è pronto a soffocare Sé Stesso; a “morire dentro” perché essere vulnerabili quindi vivi non ci fa appartenere alla massa!

L'Essere Umano va sacrificato in nome della Collettività/Società, questo è il chiaro messaggio che ci bombarda ogni giorno da quando siamo nati in questa epoca.

Questo significa che Tu persona non hai valore, sei sacrificabile, vali di meno dell'Insieme.

Con questa manipolazione psicologica la maggior parte delle persone non vive la vita, respira, ma è un morto che cammina, privato della “forza” di quella forza di cui parlavo sopra che si chiama vita!


Ecco perché parlo di coraggio della vulnerabilità, perché oggi prendersi la libertà di manifestare apertamente anche la propria vulnerabilità è da coraggiosi.

Coloro che sanno chiedere aiuto, che sanno dire “ora NO perché non è il momento per me”, “non me la sento”, “ho necessità di fermarmi perché non ce la faccio, è troppo”, ecc... in un sistema sociale che premia e valorizza solo il “fare” comparandolo a scale di riferimento tendenti all'impossibile, facendo sentire l'essere umano “MAI ABBASTANZA”; confermo che il permettersi di Essere vulnerabili è un atto di coraggio!

Questi ultimi mesi ci è stato messo sotto gli occhi cosa significa essere vulnerabili, ma purtroppo la maggior parte non l'ha ancora compreso, perché come siamo stati “programmati” per bene, si vuole che tutto riparta come nulla fosse successo.

L'unica preoccupazione è economica.


Economia, velocità, tecnologia … correre, essere efficienti, sempre connessi … creare robot questo è l'intento e mi sembra che ci stanno pure riuscendo!

Nel fermarmi rivolgo la mia attenzione a tutti quei bambini che sono a casa che sono stati privati della loro scuola, non tanto dell'insegnamento che per tre mesi non cade il mondo, ma dei contatti fisici con gli amici e della libertà di movimento; tutte quelle mamme o papà che hanno dovuto improvvisarsi insegnanti di scuola perché bisognava andare “avanti”, avanti con i programmi e che venivano privati ancora una volta del tempo prezioso per ascoltarsi, per metabolizzare ciò che stava avvenendo e che potevano dedicare ai loro figli per insegnargli cose più importanti, della storia e geografia o delle tabelline.

Parlo del contatto fisico, del cucinare assieme, del dedicarsi alla cura della casa assieme, del parlare serenamente di ciò che si ha voglia di parlare anche di fantasticare assieme.


Tutte queste azioni che vengono date per scontate e definite di poco valore dalla nostra società capitalista e consumista, sono alla base del benessere sociale, perché solo chi sa prendersi cura della propria casa sa prendersi cura anche della Natura; chi sa prendersi cura del proprio corpo sa prendersi cura anche dell'altro; chi sa fantasticare e inventare è colui che sa anche dare forma ai propri sogni e trovare soluzioni nella vita!

L'efficienza non deve andare a scapito dell'Umanità, il PIL non è il misuratore della ricchezza di una nazione, la vera ricchezza a mio avviso è data dal livello di felicità delle persone che vi abitano in quella nazione.

Quindi la vera forza non è spingere fino allo sfinimento, non siamo nati per fare una gara con qualcuno, ai nostri tempi la vera forza è il coraggio di Essere Se Stessi.

Mi pongo questa domanda: “E se quell'Insieme chiamato società venisse a formarsi dando valore ad ogni singolo componente, con tutta la ricchezza che ognuno porta in se stesso, unica e inimitabile, che tipo di Insieme ne nascerebbe?

Torniamo ad essere Autentici, torniamo ad essere Vulnerabili, torniamo ad Essere Vivi e la nuova società sarà creata non da bipedi robotizzati ma da Esseri Umani Felici!

Un abbraccio.

Licia

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