di LINO BEBER
Venerdì 14 ottobre, alle ore 20.15, nella sala riunioni dell’ACS a Canale di Pergine verrà presentato il volume di oltre 600 pagina sulla storia del Castello di Pergine, da Massimiliano I ad oggi...
Ha visto finalmente la luce il nuovo libro di oltre 600 pagine sulla storia del castello perginese, opera curata da Lino Beber, David Benedetti, Marzio Zampedri con la collaborazione di Gerd Nattenmiller, Tullio Pasquali e Marco Stenico.
Nel volume "Metamorfosi di un castello da Massimiliano I alla Fondazione CastelPergine" edito da Publistampa, la storia del castello di Pergine viene sviscerata dai suoi inizi ricordando la frequentazione del dosso del Tegazzo fin dall’antichità (scoperta di monete di età romana e medievale) e puntando in modo particolare sulle varie fasi della ricostruzione del castello iniziate fra il 1506 e il 1525, al tempo dell’imperatore Massimiliano I, proseguite tra il 1605 e il 1611 e in seguito all’incendio del 1606 che causò gravi danni e poi dal 1910 al 1914, periodo nel quale il castello era proprietà di un cittadino tedesco.
Nel 1920 il maniero fu acquistato dal Comune di Pergine, che nel 1956 lo vendette al cittadino svizzero Mario Oss, figlio di emigrati perginesi, e ora dal 29 novembre 2018 è ritornato alla comunità perginese grazie alla Fondazione CastelPergine.
Nei vari capitoli che compongono il volume sono ricordati gli abitanti della Giurisdizione di Pergine nel 1499, la figura dell’imperatore Massimiliano I e del suo capitano del castello Cipriano da Sarentino, i pioveghi, Hans da Colonia che ha lavorato al progetto della ricostruzione del castello, Jörg Kölderer, l’architetto che nel 1526 si recò a Pergine a ispezionare la costruzione.
Tullio Pasquali ci presenta l’inventario delle armi negli anni dal 1500 al 1525 al castello di Pergine e la manodopera nel castello perginese dal 1501 al 1535.
Un corposo capitolo elaborato da David Nicoletti è dedicato all’elenco delle spese compiute da Cipriano da Sarentino per ordine dell’imperatore Massimiliano I e inviato dalla sua vedova Dorothea Perl a Innsbruck.
Di questo manoscritto in lingua tedesca, oggi conservato al Tiroler Landesmuseum Ferdinandeum di Innsbruck, è presentata la traduzione integrale, alla quale ha collaborato con una prima trascrizione il signor Gerd Nattenmiller.
Marco Stenico ha tradotto un importante documento scritto in tedesco e conservato nell’archivio della curia tridentina relativo ai lavori per la ricostruzione del castello dopo l’incendio del 1606.
A Padova abbiamo trovato le sepolture di Jacopo II e del figlio Francesco I da Carrara e dei capitani del castello Bonaventura Gardelli e Manno Donati.
Nella chiesa pievana di Pergine sono conservate le tombe dei capitani del castello di Pergine e di Ivano Fracena.
Abbiamo raccolto notizie dell’avventuriero Gervasio Santuari, nato al castello di Pergine dal capitano vescovile Giovanni Battista.
Una lapide che si trova nel cimitero di Roncogno ci ha incuriositi nella ricerca. Abbiamo raccolto notizie sulla famiglia Fontanari di Serso che ha abitato al castello lavorando come mezzadra del Principe vescovo di Trento e di alcune persone che hanno lavorato al castello.
Nell’ultimo corposo capitolo compare una guida riccamente illustrata del castello, le opere degli artisti che hanno rappresentato il castello, cartoline, fotografie storiche e immagini dei fotoamatori. Segue una breve storia della famiglia di Mario Oss, delle gestioni del castello che si sono succedute dal 1960 fino al 2018 con l’avvento della Fondazione CastelPergine, del Coro Castel Pergine, del Gruppo Arcieri Storici de Persen, delle mostre d’arte, dei film girati al castello tra i quali “Exitus - Il passaggio”, della “Dama bianca”, del bosco di carpino bianco, dei rapaci che nidificano al castello.
Non mancano le poesie di Emma Valcanover e della figlia Mariarita Oss Emer, Silvio Perini, Giorgio Mottesi, Sandra Roner, Claudio Morelli, Alberto Toldo, Luisana Leonardelli in Vicentini dedicate al castello, un racconto illustrato con protagonista la Dama bianca di Giorgio Fontanari, l’emigrato nato a Sant’Orsola Terme che vive in Belgio e alcune memorie scritte del professor Claudio Manduchi.
Nell’Inno di Pergine – con testo scritto dall’avvocato Angelo Valdagni, che durante la prima guerra mondiale era stato internato a Katzenau per i suoi sentimenti irredentisti e che nel 1918 divenne il primo sindaco italiano della cittadina di Pergine – e musicato dal maestro della banda sociale perginese Giovanni Serra nativo di San Giovanni Persiceto (Bologna), una strofa è dedicata al castello: «Lassù sul castello due volte redento esulti più bello il patrio vessil».
Non ci resta che augurare buona lettura.
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