
Gli ultimi 2 anni sono stati caratterizzati da sofferenza, sacrifici e rinunce ed ognuno di noi ha dovuto forzatamente ed improvvisamente modificare le proprie abitudini e il proprio stile di vita.
La pandemia ci ha travolto causando una crisi sanitaria, sociale ed economica di dimensioni planetarie.
Ci ha strappato gli affetti più cari, lasciandoci attoniti nel dolore e nella sofferenza più profondi e il nostro paese ha subito un impatto emotivo particolare avendo dovuto piangere la prima vittima causata dal virus nella nostra Provincia.
Se oggi possiamo guardare al futuro - dal punto di vista epidemiologico - con maggiore fiducia e rinnovata speranza lo dobbiamo essenzialmente, oltre che ai progressi scientifici in questo campo, anche all'impegno costante e quotidiano di moltissime persone. Persone, impiegate soprattutto in ambito medico-sanitario e assistenziale che, molto spesso, non hanno esitato a mettere a repentaglio la propria vita per salvare quella degli altri e alle quali va la gratitudine incondizionata di tutta la comunità.
In questo particolare contesto, i Sindaci e le Forze dell'Ordine hanno rappresentato e continuano a rappresentare una garanzia insostituibile a difesa della sicurezza dell'intera collettività, un presidio di democrazia e di attenzione a tutti i cittadini in un momento storico sicuramente non facile.
Recentemente il Sindaco di Borgo, Enrico Galvan, e le nostre Forze dell'Ordine sono stati insultati, screditati e dileggiati pubblicamente e gratuitamente da chi, avendo come molti subìto gli effetti del periodo così drammatico, ha travalicato i limiti della legittima manifestazione di disagio e difficoltà, adottando modi e toni con i quali evidentemente si considera al di sopra delle leggi e delle regole.
Questo non è e non può essere ammissibile!
Insultare, screditare e dileggiare un Sindaco o le Forze dell'Ordine significa insultare, screditare e dileggiare l'intera Comunità che essi rappresentano e tutelano.
Una Comunità che ha dovuto soffrire in silenzio, dando prova di forza e di responsabilità nel farsi carico dei sacrifici di volta in volta richiesti, e che ora merita di poter riprendere la marcia verso la tanto agognata normalità.
La Comunità di Borgo Valsugana non merita tutto questo, nessuna Comunità lo merita!

Se è vero da un lato che la particolarità e unicità del pensiero di ciascuno di noi rappresentano un indubbio arricchimento sociale, è altrettanto vero che tali manifestazioni non possano prescindere dal rispetto di regole basilari e necessarie per una convivenza civile.
Non possiamo e non vogliamo permettere che vengano intaccati l'integrità e il rispetto delle Istituzioni, e che il nome del nostro paese venga associato a modi e toni scomposti.
Dobbiamo questa forma di rispetto alle vittime della pandemia, che, come ricordato, si sono avute per prime proprio nel nostro paese, ai loro cari che in molti casi sono stati privati anche della possibilità di un ultimo saluto degno della loro perdita, a tutte quelle persone che hanno sofferto e che purtroppo ancora continuano a soffrire.
Lo dobbiamo alle famiglie, alle associazioni, alla scuola, ai lavoratori e alle attività commerciali che, seppur tra mille restrizioni e vincoli, hanno scelto convintamente di rispettare le regole per garantirci un più veloce ritorno alla normalità.
Lo dobbiamo a noi tutti.
Esprimendo massima solidarietà al nostro Sindaco Enrico Galvan e alle nostre Forze dell'Ordine, condanniamo e condanneremo sempre con fermezza e senza esitazione alcuna tutti quei comportamenti ed atteggiamenti tesi a screditare le Istituzioni dello Stato e la dignità delle figure che le rappresentano, certi che il bene comune prevalga sugli interessi e sulle pretese dei singoli, pur comprendendo e partecipando alle fatiche di ciascuno.
Il Consiglio comunale di Borgo Valsugana.