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AmAmbiente: un premio nazionale e due questioni locali a cui dare una soluzione


La Presidente di AmAmbiente, Ing. Manuela Seraglio Forti



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di JOHNNY GADLER


AmAmbiente S.p.A. di Pergine Valsugana ha ottenuto il Premio nazionale "Industria Felix" risultando una delle 196 imprese più competitive d’Italia. Ne parliamo con l’Ing. Manuela Seraglio Forti, presidente di AmAmbiente, che ci indica anche quali siano le priorità su cui il Trentino ora è chiamato a pronunciarsi: il termovalorizzatore e gli ATO per l'ottimizzazione delle risorse idriche...


AmAmbiente S.p.A. di Pergine Valsugana, la società partecipata a maggioranza pubblica nata tre anni fa dalla fusione tra AMNU e STET, è ormai il punto di riferimento per il territorio in materia di gestione del ciclo idrico, igiene ambientale, illuminazione pubblica, energie rinnovabili e servizi funebri. 

Il tutto all’insegna dell’efficienza e dell’ottimizzazione dei servizi, della trasparenza verso i suoi soci e verso i cittadini. 

Peculiarità che le sono valse il Premio nazionale Industria Felix conferito a Milano l’11 dicembre scorso alle 196 imprese più competitive d’Italia selezionate su ben 700 mila società di capitali. 

Ne parliamo con l’Ing. Manuela Seraglio Forti, presidente di AmAmbiente, che ci indica anche quali siano le priorità del settore, su cui la Provincia autonoma di Trento sarà chiamata a pronunciarsi nel corso di questo 2024: la costruzione del termovalorizzatore per quanto riguarda la chiusura del ciclo dei rifiuti urbani e l’istituzione degli ATO (Ambito territoriale ottimale) per ciò che concerne la gestione delle risorse idriche del territorio che, a dispetto di quanto credono molte persone, non sono affatto infinite.


Presidente Seraglio Forti, a dicembre AmAmbiente a Milano ha ottenuto un importante riconoscimento a livello nazionale. Ce ne vuole parlare? 

«Sì, con molto piacere anche perché è un premio che ci è capitato tra capo e collo, a nostra insaputa visto che non avevamo chiesto noi di partecipare. Si tratta del “Premio Industria Felix - L’Italia che compete” promosso da Industria Felix Magazine, periodico di economia e finanza in supplemento con il quotidiano economico-finanziario Il Sole 24 Ore. Questo periodico, dopo una dettagliata inchiesta giornalistica realizzata in collaborazione con Cerved (la più importante società italiana nella gestione di dati aziendali, NdR.) su ben 700 mila bilanci di società di capitali con sede legale in Italia, e in maniera oggettiva tramite un algoritmo di bilancio e rating finanziario, ha individuato le 196 imprese più competitive del Paese  distinte per settori. Fra i parametri presi in considerazione, però, non vi erano solo quelli economico-finanziari, bensì anche la crescita aziendale sia in termini di personale che di immagine. Per il Trentino sono state premiate soltanto due aziende. Una di queste è stata proprio AmAmbiente, risultata tra le top imprese italiane per performance gestionale e affidabilità finanziaria nel settore “Partecipate a maggioranza pubblica”.» 


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Che cosa rappresenta per voi questo riconoscimento?

«Innanzi tutto debbo dire che si è trattato di una formidabile occasione per conoscere altre realtà simili alla nostra. È sempre utile capire che cosa fanno gli altri, magari anche per scambiarsi informazioni e imparare qualcosa di nuovo. Ma oltre ad essere per noi un grande motivo di orgoglio, questo premio credo rappresenti anche un ottimo segnale per i cittadini, perché significa che nel nostro Paese, contrariamente a quanto molti possono pensare, talvolta anche il settore pubblico può risultare competitivo e vincente quanto il privato. D’altronde nelle realtà in cui operiamo portiamo avanti da sempre un concetto ben preciso: avere la mentalità del settore pubblico, ma con un’efficienza del privato».


Per quanto riguarda il vostro settore di attività, quali saranno le questioni fondamentali di questo 2024?

«Direi sostanzialmente due e in entrambi i casi occorre un’azione decisa da parte della Provincia autonoma di Trento. La prima riguarda l’acqua, un bene che – erroneamente – molti trentini ritengono sia inesauribile fra le nostre montagne. Ricordo, invece, che due anni fa abbiamo trasportato acqua su e giù dalle valli con le autobotti tanta e tale era la carenza. Sull’acqua è necessario che ora il Governo provinciale decida come normare quella che in tutte le altre regioni d’Italia si chiama ARERA, ovvero l’Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente, perché tale mancanza ci è già costata milioni di euro». 


Come mai?

«Nel 2011, con un referendum, il Trentino aveva deciso che la gestione del servizio idrico dovesse rimanere pubblica, senza ricorrere al libero mercato. Ora i nodi di quella scelta sono venuti al pettine. Non avendo noi gestori del Trentino come impegno giuridico quello di misurare tutta la conduzione e la gestione dell’acqua secondo i parametri ARERA, nessuno di noi ha avuto la possibilità di dimostrare questi dati e quindi siamo stati tagliati fuori dal PNRR perdendo milioni e milioni di euro».     


Ora cosa è necessario fare sull’acqua?

«Sull’acqua è necessario che la Provincia autonoma di Trento istituisca gli ATO (Ambito territoriale ottimale), un territorio su cui sono organizzati servizi pubblici integrati, ad esempio quello idrico o quello dei rifiuti. Non ha senso che vi siano delle zone dove l’acqua è abbondantissima e viene sprecata, mentre in altre zone dobbiamo spendere centinaia di migliaia di euro per pompare l’acqua. Quindi avere un ATO – che per noi potrebbe coincidere con il territorio dell’Alta e Bassa Valsugana, Tesino e Primiero, forse quello cui sta pensando la Provincia ma non abbiamo ancora nulla di scritto in merito – ci permetterebbe di essere molto più ottimizzanti. Dal canto nostro, invece, stiamo portando avanti l’ipotesi di una tariffa unica sull’acqua».


Di che cosa si tratta? 

«Poco prima di Natale ho avuto il via libera dalla Conferenza dei Sindaci per esplorare la possibilità di fare una tariffa unica sull’acqua. Cosa che non esiste da nessuna parte in Trentino. Perché al momento abbiamo zone molto urbanizzate dove l’acqua costa molto meno e zone più disagevoli sotto vari punti di vista in cui l’acqua costa tantissimo. Dobbiamo pensare a qualcosa di molto più equo, in modo che tutti gli investimenti effettuati servano a tutti i cittadini e non solo ad alcuni». 

Per quanto riguarda le perdite d’acqua, che ci dice?

«Ancora prima di cambiare i tubi occorre tappare tutti i buchi e recuperare, soltanto così, il 30-40% dell’acqua. Nell’arco di tre anni andremo a sostituire tutti i contatori dell’acqua con dei dispositivi digitali anziché meccanici e, cosa molto innovativa perché al momento non ce l’ha nessuno, avremo dei contatori che sono tele-letti».


Come funzionano e perché evitano sprechi d’acqua?

«La lettura viene effettuata sei-sette volte al giorno tramite delle antenne da cui si possono riscontrare eventuali perdite in maniera molto più puntuale. Inoltre questi contatori presentano un sensore che percepisce il rumore di eventuali perdite dal tubo, illuminando la zona dove è stata riscontrata un’anomalia».


Oltre all’acqua, qual è l’altra questione fondamentale per il nuovo anno?

«L’igiene ambientale con la definizione e la costruzione di un impianto per la chiusura del ciclo dei rifiuti urbani». 


Il famoso termovalorizzatore?

«Esatto. So bene che tale prospettiva preoccupa molti cittadini nonché l’area degli ambientalisti, ma si tratta non solo di una scelta obbligata, bensì anche a favore dell’ambiente. Ricordo che la discarica che abbiamo a Trento Nord inquina otto volte tanto un termovalorizzatore e che attualmente esportiamo una gran quantità di rifiuti verso altre realtà: circa 40 mila tonnellate all’anno in Lombardia, altre 17 mila circa al termovalorizzatore di Bolzano. Tutto ciò con costi assai elevati per i trentini. Costi destinati a salire anche vertiginosamente – un po’ com’è successo con il gas e l’energia elettrica – trattandosi di prezzi di mercato. Con un termovalorizzatore locale, invece, i prezzi li deciderebbe il Trentino e sarebbero senz’altro molto più vantaggiosi, senza contare il fatto che il termovalorizzatore può convertire il calore generato dalla combustione dei rifiuti in energia destinata ad altro uso. Chi si oppone alla costruzione dei termovalorizzatori parte dal presupposto che si possa raggiungere il traguardo dei rifiuti zero, cioè riuscire a riciclare, oppure riusare tutti i nostri rifiuti. Ma questa al momento è un’utopia. Pertanto ritengo necessario per il Trentino procedere al più presto alla progettazione e costruzione di un nostro impianto per la chiusura del ciclo dei rifiuti da 80 mila tonnellate, gestito dall’ente pubblico per garantire la migliore tariffa di smaltimento e quindi la tariffa più vantaggiosa anche per il cittadino. Nella scorsa legislatura con l’assessore all’ambiente Mario Tonina era stato fatto un ottimo lavoro. Mi auguro che il nuovo assessore Zanotelli riprenda in mano celermente la pratica. Una scelta difficile, certo, ma necessaria e quindi bisogna mettere in campo anche un po’ di coraggio e,soprattutto, di lungimiranza».


Un auspicio per il 2024?

«Che la gentilezza torni a regnare sovrana e ad essere un valore condiviso da tutti. Purtroppo spesso capita che i nostri operatori telefonici, come il personale addetto allo sportello o ai vari centri di raccolta dei rifiuti, vengano aggrediti verbalmente con toni e improperi che sovente rasentano la querela. Pertanto invito tutti i nostri utenti a comportarsi in maniera corretta, educata e gentile. Se c’è qualcosa che non va, se qualcuno vi risponde male, se gli operatori non sono corretti, sono io la prima a dirlo: scrivete e denunciate il fatto senza esitazione. Ma siate sempre educati e composti nel difendere le vostre ragioni, perché solo così riuscirete a far valere i vostri diritti».

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