Alessandro Raffaelli è uno stimato professionista del mondo della comunicazione, una attività svolta con competenza e sensibilità. Raffaelli è editore di Radio Italia Anni Sessanta e responsabile delle relazioni istituzionali del Gruppo Radio Italia spa e ha vissuto sulla propria pelle il Coronavirus, tra i primi casi nella nostra provincia. È guarito e ci racconta la sua drammatica esperienza.
Alessandro, com'è iniziata la tua odissea con il coronavirus?
«Penso che quello che è successo sia nato da una trasferta che per impegni di lavoro faccio regolarmente quasi ogni settimana a Milano. Il 20 e 21 febbraio ero appunto nel capoluogo lombardo per alcuni appuntamenti durante la settimana della moda, in piazza Duomo, a San Babila e in pieno centro. Mi sono incontrato anche con alcuni discografici e dei partner per le prossime uscite di Radio Italia e per i concerti della primavera e dell’estate. Il giorno 21 sono rientrato a Trento e fino al 27 ho lavorato in radio con i miei collaboratori, ho avuto appuntamenti a Verona e Padova, sono stato dai miei genitori, ho lavorato regolarmente, intrattenendo i normali rapporti di amicizia e di relazione per il tipo di lavoro che svolgo.»
Quando sono comparsi i primi sintomi?
«La mattina del 27 febbraio mi sveglio febbricitante con 38 e rotti di febbre, chiamo il medico e mi dice...
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