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A.M.A. contro la dipendenza dal gioco






di JOHNNY GADLER


Nata a Trento nel 1995, su iniziativa di alcuni operatori dell’ambito sanitario e del privato sociale e di persone frequentanti gruppi già attivi, l’Associazione Auto Mutuo Aiuto (A.M.A.) è attiva in vari campi sociali, tra cui la cura e la prevenzione del gioco d’azzardo. Ne parliamo con la dott.ssa Giulia Tomasi, psicoterapeuta e referente di questo servizio.


Dott.ssa Tomasi, quand'è nato e con quali finalità il vostro progetto sul gioco d’azzardo?

«Il primo gruppo di auto mutuo aiuto sul gioco d’azzardo partì a Trento, all’interno della nostra associazione, nel 1999. In questi 25 anni di attività il nostro obiettivo è sempre stato quello di sensibilizzare e informare i cittadini sui rischi legati all’azzardo, ma soprattutto sostenere le persone e le famiglie con un problema di gioco d’azzardo attraverso l’attivazione di gruppi di auto mutuo aiuto».


La dott.ssa Giulia Tomasi

Il vostro approccio, quindi, non è di tipo individuale?

«Esatto, noi offriamo essenzialmente un percorso di gruppo, sia per le persone con un problema di gioco d’azzardo ma anche per i familiari. Logico che i primi colloqui avvengano in maniera individuale, però poi il percorso che proponiamo è sempre di gruppo, in convenzione con il servizio pubblico del SERD (Servizio per le dipendenze) dell’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari. Gli approcci espressamente individuali, con approccio multidisciplinare, rimangono pertanto ad appannaggio del SERD».


In questi venticinque anni di attività il fenomeno del gioco d’azzardo è cambiato?

«Purtroppo, come confermano tutti i dati sia nazionali che locali, il fenomeno negli ultimi tempi è cambiato radicalmente. Fino a qualche anno fa, infatti, il gioco d’azzardo coinvolgeva principalmente una fascia d’età medio-alta e riguardava soprattutto il gioco alle cosiddette macchinette, slot e video lottery (VLT). Adesso, invece, l’identikit del giocatore è totalmente diverso: iniziano ad arrivarci giovani di 20-25 anni, o addirittura giovanissimi, che non giocano più nei bar o nelle sale slot alle macchinette come avveniva una volta. Ora si gioca principalmente online, soprattutto con le scommesse sportive, ma anche con il poker e con il trading online, cioè le scommesse in borsa. Quello che noi notiamo è un significativo mutamento culturale del fenomeno. Un tempo, infatti, l’azzardo era un concetto molto legato al tema della fortuna, mentre ora i giochi d’azzardo fanno sempre più spesso riferimento all’abilità. Un po’ come se si stesse cercando di convincere questi giovani, soprattutto maschi, che non stanno facendo un gioco d’azzardo, quindi un gioco a perdere, bensì una sorta di piccolo investimento, come può apparire il trading online, dando loro l’illusione di avere quasi un secondo lavoro. Questo meccanismo è molto più pericoloso rispetto alla “semplice” ricerca della fortuna, perché è molto più difficile fare prevenzione in quanto si tratta di forme di gioco d’azzardo che non vengono percepite né riconosciute come tali».


Quali possono essere i campanelli d’allarme per capire se una persona ha problemi con il gioco d’azzardo?

«I classici campanelli d’allarme scattano quando una persona inizia a diventare estremamente suscettibile o mostra eccessiva segretezza rispetto al tema economico. Oppure quando mancano sempre soldi e non si capisce dove vadano a finire. O quando la persona chiede costantemente delle somme in prestito, anche di piccola entità, a familiari o amici. Anche gli sbalzi d’umore, momenti di irrefrenabile euforia alternati a stati di profonda rabbia o tristezza senza alcuna motivazione apparente, indicano l’esistenza di un tasto dolente. Solitamente le persone che sviluppano un problema con il gioco d’azzardo, soprattutto se giovani, non lo riconoscono come una forma di dipendenza; quindi sono spesso i familiari a rendersi conto della situazione, intercettando innanzi tutto la punta dell’iceberg, ovvero il problema economico».


Qualora si dovesse scoprire un problema di gioco d’azzardo in famiglia, quale atteggiamento bisogna tenere verso la persona vittima del gioco?

«Il nostro consiglio è quello di mantenere un atteggiamento accogliente, ovvero ribadire il fatto che noi come famiglia o come amici siamo al suo fianco e la sosteniamo in tutto, tranne che sotto l’aspetto economico. Non si dovrebbero mai prestare soldi a una persona che è vittima del gioco d’azzardo. Poi occorre rivolgersi a una struttura, perché guarire dal vizio del gioco da soli, senza l'aiuto esterno di un professionista, è quasi impossibile».


Chi ha un problema con il gioco d’azzardo come può rivolgersi al vostro servizio…

«Per il gioco d’azzardo abbiamo il numero dedicato 342 821 0353 a cui le persone possono chiamare per informazioni o per fissare un appuntamento del tutto gratuito, oppure possono inviare una mail a azzardo@automutuoaiuto.it o venire direttamente nella nostra sede in via Taramelli 17 a Trento. Il primo appuntamento può essere fissato sia dalla persona direttamente interessata o, come più spesso capita, da un familiare o da un amico. Dopo un primo colloquio in cui si affrontano gli aspetti più rilevanti del problema (la questione economica, le relazioni familiari e le difficoltà correlate all’azzardo), si valuta assieme come procedere. Se da entrambe le parti c’è la volontà, si passa all’inserimento in un gruppo di auto mutuo aiuto vicino al proprio luogo di residenza. Si tratta di gruppi composti da giocatori d’azzardo e dai loro familiari (8-10 persone) che si incontrano settimanalmente per cambiare il loro stile di vita, il comportamento rispetto al gioco d’azzardo, migliorare la fiducia con i familiari spesso molto compromessa, e ricominciare a stare meglio con se stessi e con gli altri. Il tutto avviene ovviamente rispettando la totale segretezza e privacy, nonché il rispetto reciproco. Al momento sono attivi gruppi di auto mutuo aiuto per i giocatori d’azzardo a Trento, Rovereto, Riva del Garda e Tione, mentre altri potranno essere attivati a Cles e Predazzo, territori sensibili alla problematica. Tengo a sottolineare, infine, che il familiare può chiedere aiuto anche se il giocatore in quel momento non intende intraprendere un percorso».


Le opportunità di cura presso la APSS

L’APSS attraverso il Servizio per le Dipendenze  (SerD) si occupa della presa in carico terapeutica del gioco d’azzardo patologico. Si possono rivolgere direttamente al servizio di accoglienza del SerD, senza necessità di impegnativa, sia le persone direttamente coinvolte che i familiari, o altre persone interessate. È possibile infatti ricevere sostegno anche per prevenire la progressione da un comportamento problematico ad uno francamente patologico, per supporto all’invio di una persona che non riconosce di avere un problema, ma anche per richiesta di informazioni sul tema. Al SerD un’equipe multidisciplinare, composta da medici psichiatri e internisti, psicologi, assistenti sociali e infermieri garantisce dopo l’accoglienza della domanda di aiuto, una valutazione approfondita che consente la proposta di un percorso terapeutico individualizzato.

Trento tel. 0461.904772, Rovereto tel. 0464.404980

Riva del Garda tel. 0464.582612.

Nelle zone in cui non è presente il Ser.D. le famiglie possono rivolgersi ai Centri Alcologia, Antifumo e Altre fragilità: Val di Fiemme 331.6187309, Val di Fassa 331.6187309, Primiero 0439.764478, Bassa Valsugana e Tesino 0461.755692, Alta Valsugana 0461.515342,Valle di Non 0463.660282, Valle di Sole 0463.909472, Giudicarie e Rendena 0465.331521







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